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Tutto il nostro sangue: intervista a Sara Taylor

Tutto il nostro sangue: intervista a Sara Taylor

Dopo il successo di critica ottenuto nel Regno Unito, a settembre è uscito nelle librerie italiane Tutto il nostro sangue, esordio della scrittrice americana Sara Taylor. Il romanzo, il cui titolo originale è The Shore (la riva), traccia la storia di due famiglie che vivono, s’intrecciano e muoiono su un gruppo di tre isole al largo della costa del Virginia.

Il racconto si svolge nell’arco di 250 anni, ogni capitolo è presentato secondo il punto di vista di un personaggio diverso e le varie storie brevi che ne corrispondono non sono in ordine cronologico ma saltano avanti e indietro nel tempo, conducendo il lettore in una caccia agli indizi per trovare gli elementi che collegano i personaggi.

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L’edizione italiana, di Minimum Fax

Il tono della scrittura è asciutto, a volte molto crudo e spesso violento, e rende il romanzo collocabile all’interno genere del gotico statunitense. Allo stesso tempo però emergono dettagli surreali, tra cui l’esistenza della magia che scorre discretamente nel sangue di una delle due famiglie. Questi aspetti ricordano il realismo magico sudamericano come quello di La casa degli spiriti di Isabel Allende.

“In realtà non ho ancora letto nessun libro appartenente al genere,” ammette Taylor, “ma capisco il perché del parallelo”. Sia il realismo magico che la magia in Tutto il nostro sangue hanno radici in ambienti profondamente religiosi, e per Sara Taylor questo è il Sud degli Stati Uniti in cui è cresciuta. “È facile, in un ambiente in cui si crede ai miracoli, accettare la magia come parte del quotidiano”, rimarca l’autrice.

Sara Taylor ha 28 anni e origini italiane: la madre è emigrata negli Stati Uniti dalla Sicilia negli anni ’60 e col passare del tempo la famiglia si è trasferita sempre più a Sud fino a trovare un ambiente tanto religioso quanto quello che aveva lasciato. Insieme ai fratelli, Taylor è stata educata a casa, il che le ha permesso di avere molto tempo per scrivere: “Mi sono resa conto che se mi svegliavo prestissimo la mattina, potevo finire tutto il mio lavoro in tre ore, e poi avere il resto della giornata libera,” ricorda. “Purtroppo mio fratello, il mio unico compagno di giochi, non era altrettanto diligente.” Durate la sua adolescenza, Taylor ha prodotto una lunga serie di libri fantasy che stampava a casa e rilegava a mano, per poi darli da leggere al fratello minore. Tutto il nostro sangue è il primo romanzo che ha trovato il coraggio di pubblicare.

Illustrazione dell'autrice

Illustrazione di Francesca Romano

La cultura religiosa che permea l’ambiente in cui Taylor è cresciuta ha anche influenzato il tema principale di Tutto il nostro sangue: la tensione tra il ruolo dell’uomo e della donna nella società. Il libro è composto prevalentemente di voci femminili ma Taylor non vuole parlare di donne forti: “ il termine mi irrita, perché è troppo semplicistico per concetto così complesso”. Le figure femminili sono certamente in primo piano, ma spesso sono il centro della violenza maschile, che in alcuni passaggi è descritta in modo molto crudo e diretto. Le relazioni uomo/donna sono spesso dolorose e infelici. Ci sono spiragli di luce sparsi quà e là, ma non è su di questi che si concentra la narrazione.

Per capire il motivo di tanta negatività bisogna considerare vari fattori che hanno portato alla scrittura del libro. “Tutto il nostro sangue è nato come esercizio finale del mio corso di specializzazione universitaria,” è il primo fattore che Taylor evidenzia. “Ho dovuto concentrarmi su un tema in particolare e fare molta ricerca al riguardo, per poter discutere del testo che avrei sviluppato come tesi di laurea.”

Il tema su cui Taylor ha deciso di concentrarsi è la mascolinità tossica (toxic masculinity) e Taylor lo descrive come un “esercizio letterario per analizzare ciò che può succedere in un luogo in cui agli uomini non è dato lo spazio di svolgere il ruolo che gli è assegnato dalla società: l’essere forti, autosufficienti e capaci di provvedere alla famiglia.” “L’isolamento e la crisi economica delle isole creano la situazione ideale in cui razzismo e misoginia si possono sviluppare”, creando situazioni e personaggi crudeli e brutali.

Le relazioni tra i personaggi sono influenzate dall’esperienza personale di Taylor e anche dalla pratica di counseling che la madre teneva per le donne della sua comunità religiosa. “Le storie di queste donne, che spesso erano coinvolte in relazioni abusive, mi hanno lasciato il segno,” il che è evidente in molti passaggi di Tutto il nostro sangue.

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La copertina originale di Tutto il nostro sangue

Infine Taylor accenna che il libro, dal punto di vista formale, rientra nel genere gotico e richiede la presenza di personaggi oscuri. “Di questo genere ho letto molti esempi, e ne sono stata sicuramente influenzata, anche se non ho scritto il libro apposta in modo che aderisse al genere letterario,” indica Taylor per concludere.

Nella narrazione gli uomini incarnano per la maggior parte figure negative ma ci sono alcuni personaggi maschili che si salvano da questo destino. Tra questi Ben, uno dei pochissimi punti di vista maschili a cui è dedicato un intero capitolo ed anche una delle poche figure non eterosessuali nel romanzo. Il tema della sessualità al di fuori dello standard etero è solo accennato in Tutto il nostro sangue (che preferisce concentrarsi sulle relazioni tra uomo e donna) ma è il tema principale del secondo libro di Taylor, The Lauras, uscito nel Regno Unito in agosto.

Nella sua seconda opera, Taylor continua a sviluppare alcuni dei temi di Tutto il nostro sangue, ma la differenza che è immediatamente evidente è come la maggior parte dei personaggi siano bisessuali, o comunque non appartenenti alle normali categorie di genere e sessualità. “L’obiettivo del secondo libro è di rappresentare personaggi non conformanti, così che la loro sessualità non sia l’unica caratteristica che definisce la loro personalità,” cosa che irrita molto Taylor . “La sessualità, in tutte le sue forme, è parte dell’esperienza umana” e Taylor ha un forte interesse a sviluppare queste idee nel suo secondo romanzo.

Con Tutto il nostro sangue, Sara Taylor fa un debutto esplosivo, che lascia il segno e stabilisce i temi che le stanno a cuore. Leggere questo romanzo è un’esperienza molto forte emotivamente, a volte difficile, ma ne vale la pena.
In The Lauras molti temi ritornano, creando una continuo con Tutto il nostro sangue che permette di riconoscere lo stile, ma il tono è più delicato e la narrazione si concentra su meno personaggi.
Se amate i toni dark e i temi sopra descritti, le opere di Sara Taylor sono quello che fa per voi.


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