READING

Boswell Sisters: tre “brave ragazze” c...

Boswell Sisters: tre “brave ragazze” che rivoluzionarono il canto jazz

Who influenced me? There was only one singer who influenced me. I tried to sing like her all the time, because everything she did made sense musically… and that singer was Connie Boswell.

Chi mi ha influenzata? C’è stata solo una cantante che mi ha influenzata. Ho sempre tentato di cantare come lei, perché tutto ciò che faceva aveva senso musicalmente… quella cantante era Connie Boswell.

– Ella Fitzgerald

 

Le Boswell Sisters erano Constance, detta Connie (1907-1976), Martha (1905-1958) ed Helvetia, detta Vet (1911-1988), tre sorelle di grandissimo talento. Cresciute nell’uptown di New Orleans, durante la loro infanzia si dedicarono allo studio degli strumenti classici: Connie era una violoncellista, Martha suonava il piano e Vet il violino. Tuttavia, come dichiarò la stessa Martha durante un’intervista del 1925: “Avevamo studiato la musica classica… eravamo pronte al palcoscenico e a un tour di concerti in tutti gli Stati Uniti, ma è il sassofono che infine ci ha conquistate!”

Si appassionarono alla musica jazz dopo aver assistito alle esibizioni live di musicisti afroamericani (Mamie Smith, in particolare) e aver ascoltato lunghe jam session nel loro salotto – cui parteciparono grandi jazzisti del calibro di Emmet Hardy: così Connie decise di scambiare il suo violoncello con un sassofono tenore, Vet si diede al banjo mentre gli arpeggi classici del pianoforte di Martha si trasformarono in ritmi hot jazz, ragtime e blues. Ben presto, la loro abilità e le diverse influenze assorbite grazie al fecondo panorama musicale della Louisiana, si fusero insieme dando origine a un suono così fresco e innovativo da cambiare radicalmente la musica pop.

Vet, Martha e Connie.

Trio in simbiosi

Essendo state inizialmente avviate a una vita da musiciste classiche, le Boswell mancavano di esperienza canora. Ascoltandole, però, questo non si sarebbe mai detto: le loro voci riuscivano a mescolarsi assieme in maniera divina, al limite della telepatia, che si spiegava solo grazie alla loro sorellanza.

Questo legame biologico era rafforzato ulteriormente dalla condizione di Connie che, già parzialmente disabile a causa della polio contratta durante l’infanzia, divenne paraplegica dopo una caduta dal secondo piano: le tre ragazze si muovevano quasi in simbiosi, con Martha e Vet che trasportavano la sorella facendola sedere sulle loro braccia incrociate. Anche dal vivo Connie cantò sempre seduta, talvolta su sgabelli altissimi sui quali faceva scendere la gonna, simulando la postura eretta.

Dopo essersi esibite nel teatro Vaudeville per diversi anni, suonando e ballando un po’ di tip-tap, iniziarono a lavorare per una radio di Los Angeles, dove maturarono il loro suono così riconoscibile grazie ad una “fortunata” situazione. Una sera, Connie si presentò alle registrazioni con un brutto raffreddore. Chiese allora di abbassare le canzoni di un paio di ottave e cantò a voce più bassa, direttamente nel microfono. Questa sua nuova tecnica le permise di massimizzare l’effetto del microfono elettrico, inventato da poco e non ancora di uso comune: Connie fu una delle prime a scoprire questa possibilità sfruttandola appieno.

L’esperienza radiofonica

Sempre durante la loro trasmissione radio, arrivò alla stazione la lettera di un ascoltatore che venne aperta da Martha: “Liberatevi di quelle orribili Boswell Sisters – continuano a cambiare la melodia e ogni volta che passano alla radio io e i miei amici la spegniamo.” La lettera continuava dichiarando che era stupito del fatto che si trattasse di ragazze bianche e che le aveva soprannominate “selvagge canterine”. Martha rimase talmente scossa dalla cattiveria della lettera da scoppiare a piangere, ma Connie si mise a ridere e disse che quella era la miglior prova del fatto che stavano facendo qualcosa di diverso e che avrebbero dovuto continuare così. E così fu, fortunatamente.

Grazie all’esperienza accumulata durante gli anni di tour e di lavoro alla radio, arrivò il momento per le tre sorelle di trasferirsi a New York e dedicarsi alle loro prime registrazioni microfonate. Negli anni ’30 le registrazioni erano sempre dal vivo: non esisteva editing o overdub. Ogni take veniva registrato in mono su un disco di cera e, se l’esibizione non risultava soddisfacente, questo disco veniva buttato per registrarne un altro. Chissà quanti dischi di cera vennero buttati per registrare alla perfezione quelle canzoni che le Boswell scrivevano e imparavano al contrario, partendo dal finale!

La linea vocale della loro musica era particolarissima: Martha e Connie erano dei contralti, mentre Vet era un mezzo soprano. I tipici registri vocali venivano totalmente superati, perché le sorelle avevano una capacità incredibile di invertire i ruoli in base al loro desiderio, creando delle armonie cangianti e tridimensionali. Martha lo chiamava “blending”, mentre Connie parlava di “passaggio di armonia”: in ogni caso la melodia continuava a spostarsi fra le loro tre voci, arricchendosi di cambi di ritmo, riarmonizzazioni e modulazioni del suono.

In un’intervista del 1965, Connie disse che quando le persone sentivano per la prima volta una loro canzone, non riuscivano a credere che fossero sorelle, perché “nessuna famiglia potrebbe avere tre sorelle che cantano così bene”. Allo stesso tempo, non potevano che esserlo, perché altrimenti sarebbe stato inspiegabile il loro amalgamarsi in quel modo, senza che facessero parte della stessa famiglia.

La grande popolarità e lo scioglimento del trio

Dal 1931 al 1936 le Boswell Sisters vissero la loro fase di massima popolarità, con 20 hit nelle classifiche statunitensi e un #1 nel 1935 con la loro canzone The Object Of My Affection. Le vendite complessive ammontarono a 75 milioni di dollari, in un periodo in cui molti americani non avevano nemmeno i soldi per comprarsi il pane a causa della Grande Depressione.

Nel 1936, dopo più di vent’anni di musica assieme (di cui 5 in cima alle classifiche), le Boswell Sisters si sciolsero. Questo perché Martha e Vet avevano il desiderio di sposarsi, e si era ancora in un periodo in cui “le brave ragazze” non potevano continuare con i propri affari dopo essersi maritate. Connie cambiò il nome in “Connee” e intraprese una svolta solista (anche a causa della pressione del marito, Harry Leedy, diventato manager suo e del trio) che la portò a una carriera di successo, ma meno sperimentale ed eccitante di quella che aveva avuto con le sorelle.

Per qualche ragione sconosciuta, la storia ha sottovalutato o addirittura dimenticato il contributo delle Boswell Sisters all’innovazione della musica jazz e pop. Forse a causa della brevità del loro momento di massima gloria, o magari perché talmente rivoluzionarie da sfidare ogni classificazione, vennero riscoperte solamente negli anni ’70.

Il fatto che queste ragazze giovanissime (all’inizio della loro carriera Martha aveva 19 anni, Connie 17 e Vet solo 14) diventarono così popolari in un mondo dominato dagli uomini – soprattutto in quel periodo, quando il diritto di voto alle donne era ancora una vittoria recente – è la testimonianza di una grande emancipazione e indipendenza.

Le Boswell Sisters producevano e scrivevano personalmente le proprie canzoni, cosa poco comune per gli artisti della loro epoca quanto della nostra. Iniziarono e portarono a compimento il loro progetto senza nessuno chaperon, gestendo la propria arte come più loro pareva e lasciandoci delle canzoni che non devono essere dimenticate, non solamente in virtù di uno spirito nostalgico, ma soprattutto perché dotate di una freschezza e originalità evidenti ancora oggi.


Per approfondire:

The Boswell Legacy, libro di Kyla Titus (nipote di Vet)

The Boswell Sisters: Close Harmony, documentario che stanno finendo di produrre dopo un crowfunding di successo.



RELATED POST

  1. Valeria O.

    8 Luglio

    “Un paio di ottave”? 😉 Cioè tipo che un do sovracuto diventa do centrale e un do acuto diventa un do basso? Sicura?

  2. Sara Antonicelli

    11 Luglio

    Ciao Valeria,
    in realtà anche la fonte da cui ho ricavato l’aneddoto parla di un abbassamento di un paio di ottave. Poi io non sono troppo pratica, ma penso che le canzoni possano essere abbassate di più di un’ottava… non si parla della voce della cantante, ma dell’accordatura della canzone.
    In ogni caso, mi rimetto a chi ne sa di più. 🙂

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.