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Anna e Maria Bolena: sorelle alla corte d’Inghilterra

Mi meraviglio non poco della tua stramba follia, che tu voglia impegolarti e legarti con una pazzerella laggiù a corte, intendo Anna Bolena. Non considera la classe sociale a cui Dio ti ha chiamato in questo mondo, visto che dopo la morte del tuo nobile padre tu erediterai e possederai sicuramente una delle contee più rispettabili del reame?

Secondo lo scrittore George Cavendish, nobile usciere e segretario del cardinale Thomas Wolsey, già Elemosiniere e Lord Cancelliere di Re Enrico VIII d’Inghilterra, furono queste le parole usate dal cardinale per rimproverare e dissuadere il giovane aristocratico Henry Percy da quelli che riteneva sconsiderati propositi matrimoniali. Non che fosse insolita la nascita di passioni e amori clandestini nella sfarzosa e variopinta corte del re, ma la formalità era d’obbligo e non era accettabile che un uomo del lignaggio di Percy prendesse in considerazione un matrimonio con una donna borghese, Anna Bolena, la cui famiglia non apparteneva all’antica aristocrazia inglese, bensì alla generazione di parvenus e nuovi ricchi saliti alla ribalta durante il regno dei Tudor.

Come se non bastasse, Percy era già promesso ad un’altra donna ed Anna a un altro uomo, perciò la cosa proprio non doveva andare in porto. Nonostante i sentimenti di Percy e quelli di Anna fossero autentici, il potente Wolsey utilizzò tutta l’influenza che aveva su quell’uomo (il quale peraltro faceva parte del suo seguito e viveva nel suo palazzo) per allontanarlo dalla donna di cui si era innamorato e infine riuscì ad impedire quell’unione. Certo Wolsey non poteva proprio immaginare che quel matrimonio avrebbe invece dovuto favorirlo.

La giovinezza di Anna e Maria Bolena

La personalità di Anna Bolena è stata spesso descritta come sfuggente. D’altronde, non si conosce nemmeno la sua precisa data di nascita. Nel 1514, quando venne inviata in Francia come dama di compagnia di Maria Tudor in occasione del suo matrimonio con il vecchio Re di Francia Luigi XII, non era altro che una bambina senza età precisa.

Ma probabilmente non era nemmeno l’età indefinibile il problema maggiore di Anna, in mezzo a tutte quelle dame presumibilmente più grandi di lei: la ragazza aveva un aspetto inconsueto, era molto scura e di carnagione olivastra, aveva inoltre un grosso neo sul collo e una malformazione alla mano, dove era cresciuto un sesto dito con una doppia unghia e un rigonfiamento eccessivo di carne. Agli occhi del mondo, e principalmente agli occhi del padre, Tomaso Bolena, Anna sembrava in qualche modo destinata a rimanere nell’ombra della sorella maggiore, Maria, appartenente anche lei al seguito della futura Regina di Francia, una ragazza attraente e ritenuta precocemente sensuale.

Entrambe le sorelle, dunque, arrivarono alla corte francese come dame di compagnia di Maria Tudor, ma questa, nell’arco di poco tempo, rimase vedova e se ne tornò in Inghilterra per sposare un uomo di suo gradimento. A Luigi XII successe Francesco I, un giovane uomo vigoroso, colto, appassionato. Le sorelle Bolena riuscirono a diventare dame anche della nuova Regina Claudia e il loro status mutò: non erano più al seguito di una principessa straniera, ma membri a pieno titolo della corte, pari grado rispetto alle nobildonne di Francia. Durante quegli anni, le sorelle divennero simili nell’aspetto e nella mentalità alle donne francesi e la corte di Francesco I, nota per la sua dissolutezza parossistica, fu il loro luogo di formazione.

Illustrazione di Jessica Adamo

Il ritorno in Inghilterra

Nella corte di Enrico, in Inghilterra, dove le due tornarono intorno al 1521, quando avevano circa vent’anni, entrambe spiccavano fra le dame per i loro modi raffinati di origine francese, il loro senso estetico, la passione per l’arte e la letteratura e per il loro temperamento ardimentoso. Ma venne notata prima Maria. Subito dopo il suo arrivo, infatti, Maria divenne l’amante ufficiale di Re Enrico ed ebbe anche un figlio insieme a lui.

Della personalità autentica di Maria non si sa molto, del suo rapporto con Anna anche meno. Non vi è effettivamente alcun aneddoto che ci dica qualcosa sul rapporto tra le sorelle e, sebbene in un primo momento fosse Maria quella che appariva la più seducente e quella sulla quale il padre sembrava “puntare” di più in per proseguire la sua ascesa sociale a suon di matrimoni e alleanze, in realtà la sua vita a corte durò molto poco.

Nel 1522 sposò un cortigiano minore, William Carey, dal quale ebbe numerosi figli, e da allora il suo ruolo si ridimensionò pian piano, fino a sparire completamente dalla scena politica e sociale. Anna, così, rimase da sola come dama della regina Caterina. Nonostante fosse promessa da anni all’irlandese James Butler, Anna non era affatto contenta della prospettiva di vivere nell’arretrata Irlanda. Si ribellò quindi al padre e alla famiglia, scegliendo in modo autonomo di scambiare una promessa di matrimonio con Henry Percy, ma neppure quel matrimonio si concretizzò, Percy sposò la donna cui era promesso ed Anna venne allontanata per un po’ dalla corte.

Ma Re Enrico era solito far tornare presto i cortigiani disobbedienti e nell’arco di pochi mesi anche Anna tornò. Nel periodo successivo, Anna ebbe numerosi amanti, tra i quali il poeta Thomas Wyatt, che di lei era pazzo e che le dedicò alcuni versi in cui descriveva la donna come una cerbiatta in fuga, una preda assai difficile da catturare. È presumibile pensare che, dopo il mancato matrimonio con Percy, il carattere di Anna fosse diventato ancor più volitivo ed impetuoso, risultando assai attraente agli occhi degli uomini. Fra questi, lo stesso Re si infatuò di lei.

Il rapporto con Enrico VIII

All’origine della decisione da parte di Enrico VIII di liberarsi del suo legame con la Regina Caterina c’era, certamente, l’incertezza relativa alla dinastia. La coppia aveva avuto un’unica figlia, Maria, non era venuto alcun erede maschio e la regina cominciava ad invecchiare, rendendo improbabile una nuova gravidanza. Il Re, all’epoca trentacinquenne, era ossessionato dalla possibilità che il loro matrimonio fosse condannato alla sterilità perché era stato tanto scellerato da sposare la donna che era stata promessa a suo fratello, Arturo, morto precocemente.

Tuttavia, è certo anche che la sua passione nei confronti di Anna fu implacabile: Enrico era tanto intenzionato a divorziare da Caterina quanto a sposare Anna, lei e solo lei, rifiutando la possibilità di unirsi a qualche altra principessa straniera. Negli anni che seguirono, costellati da innumerevoli tentativi di annullare il lungo matrimonio fra Enrico e Caterina, Anna mantenne sempre un atteggiamento strategico nei confronti del Re. Appariva consapevole della forza che la sua posizione le stava dando, ma sapeva anche che si trattava di una forza effimera, che poteva sparire così come era arrivata finché non fosse diventata Regina. Pertanto confortava e rassicurava Enrico sul suo amore, ma faceva anche pesare ad ogni occasione l’influenza che aveva su di lui.

Ne approfittò anche per chiudere un vecchio conto in sospeso, quello con il cardinale Wolsey, cui aveva promesso vendetta all’epoca della sua unione con Percy. Wolsey, che era stato incaricato di trovare un modo affinché la Santa Sede acconsentisse allo scioglimento del matrimonio, collezionò un fallimento dietro l’altro: venne così destituito dal suo titolo e le sue proprietà vennero confiscate. Anna ed Enrico riuscirono a sposarsi, infine, nel 1533. Anna era dunque diventata regina.

Tuttavia, anche per via dell’influenza di cui godeva a corte, non aveva considerato che il popolo non aveva dimenticato la sua precedente regina, Caterina. Così come Caterina era ancora amata, Anna era odiata, veniva chiamata “strega” e i suoi difetti fisici venivano considerati demoniaci e stregoneschi. Ancora, Anna non aveva fatto i conti con la possibilità più agghiacciante di tutte, cioè quella che nemmeno lei riuscisse a generare un figlio maschio. Il suo rapporto con Enrico, da sempre estremamente contraddittorio e conflittuale, degenerò definitivamente quando nacque Elisabetta, la loro prima figlia, femmina.

Finì per essere vittima di quegli stessi timori nati in Enrico durante il suo matrimonio con Caterina: quello di non avere un figlio maschio, quello di aver contratto ancora una volta un’unione maledetta e innaturale, quello di avere una donna troppo potente e ingombrante al suo fianco. Così come aveva fatto con Caterina, Enrico decise di sbarazzarsi anche di Anna. Nel maggio del 1536, Anna venne accusata di alto tradimento, di adulterio e di stregoneria e imprigionata nella Torre di Londra. Probabilmente sapeva bene che la sentenza era già scritta e che l’accusa era un pretesto per farla fuori, per quanto infamante. Tra le altre cose, infatti, venne accusata di incesto con il fratello George, il quale a sua volta venne processato e condannato.

Dei tre figli Bolena, dunque, solo Maria riuscì a vivere fino alla mezza età, tranquilla e dimenticata.


Bibliografia:

Anna Bolena di Carolly Erickson, 1984


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