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Al sole come i gatti: intervista a Marta Baroni

Al sole come i gatti: intervista a Marta Baroni

Circa un anno e mezzo fa, Marta Baroni ed io abusavamo di punti esclamativi con messaggi che facevano più o meno così: “BIANCA PITZORNOOO!!!” “BIANCA PITZORNOOO!!!!” con isteria crescente man mano che l’intervista alla nostra autrice del cuore, scritta da me e magistralmente illustrata da Marta, si avvicinava.

Ho provato la stessa isteria ogni volta che Marta postava qualcosa sul suo nuovo libro, Al sole come i gatti, che esce proprio oggi per Bao Publishing.

È probabile che, se non avete già sentito parlare di Marta Baroni perché vivete sotto una roccia, abbiate almeno visto le sue illustrazioni. Ha frequentato Scuola Internazionale di Comics, l’AANT di Roma e poi ha fondato la sua etichetta di autoproduzioni Tentacoli. Negli ultimi anni i libri che ha scritto e/o illustrato, le mostre di cui ha fatto parte, i siti per cui ha lavorato sono innumerevoli.

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In Al sole come i gatti, parte della collana “Le città viste dall’alto”, Marta racconta Roma vista attraverso i suoi occhi di bambina e adolescente. “L’idea è nata dal semplice e forte desiderio di scrivere qualcosa sulla mia città,” spiega, dopo uno scambio di email che, come al solito, conteneva molti più punti esclamativi del necessario da parte di entrambe.

“All’inizio non sapevo bene come [procedere], ho pensato a questo libro per un sacco, provando a intrecciare storie di personaggi inventati che ricordassero un po’ me e un po’ le persone che conoscevo, un po’ la mia vita e un po’ la loro, ma non ero mai soddisfatta del risultato!

Alla fine mi sono decisa a tornare al punto di partenza, alla prima idea, quella dell’autobiografia. Nonostante mi spaventasse espormi in modo così estremo e dichiarato mi sono resa conto che, oltre a essere il linguaggio che ora come ora mi riesce meglio, avevo davvero tanto da dire partendo dalla mia esperienza. Al resto ci ha pensato Roma, che per ogni suo angolo ha tantissime storie da restituire.”

L’unica volta che sono stata a Roma ho passato il 90% del tempo al Vaticano e il resto su un bus turistico e il Colosseo l’ho visto ai 60 all’ora. Al sole come i gatti non si avvicina neanche alle zone più turistiche della città, parlando invece dei luoghi dove Marta è cresciuta, a partire dal suo quartiere, la Garbatella.

“Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in vecchi quartieri popolari, che si portano dietro tanta storia e tante leggende che sono sempre state parte del mio quotidiano, infatti fanno capolino qua e là nel libro assieme al racconto delle cose di tutti i giorni. Sono andata a ripescare nella memoria, nelle cose che mi raccontavano i nonni o che semplicemente si sanno per antica saggezza popolare.

Sono tornata in quei posti, ho verificato anche sui libri, fatto ricerche. Il solo paletto che mi sono data è stato essere totalmente onesta e non parlare di luoghi che conoscevo poco e in cui non avevo vissuto niente di personale, anche se mi hanno fatta innamorare. Ad esempio, sai quanto è stato difficile rinunciare a disegnare il quartiere Coppedè? È bello da morire!”

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In Al sole come i gatti, Roma è un trionfo di rosa e arancione, colori che di solito non si abbinano ad un centro urbano. La palette (che vedete nelle illustrazioni) mi fa impazzire. Marta non li ha certo scelti a caso.

“Di base è una questione di gusto, mi piacciono le tinte piatte, pop e schifosamente femminili e a chi si lamenterà io dirò senza paura che il rosa è punk.

Comunque, a parte questo, non avevo nessun interesse a disegnare la città così com’è, piuttosto ho cercato di tirare fuori quella sua certa luce. I palazzi di Roma hanno colori caldi, c’è sempre tanto sole e un sacco di cielo. Non saprei come dirlo a parole, sembra banale, ma è una luce che la rende magica.”

La storia della protagonista del libro inizia su un treno; si sta trasferendo lontano da Roma, proprio come Marta si è spostata a Bologna non molto tempo fa. Da collega espatriata, le chiedo se questo libro sarebbe stato lo stesso se non se ne fosse andata: da quando abito lontano da Vicenza, certi posti hanno assunto una qualità mitologica, anche se prima non li avrei degnati di uno sguardo.

“Questa sensazione di cui parli io a Roma l’ho provata sempre, per tantissimi posti e in particolare per quelli che racconto nel libro; mi ha sempre commosso tanto.

Sono certa che se fossi rimasta lì questo libro l’avrei scritto lo stesso, perché volevo davvero farlo da tempo, da ancora prima di decidere di partire. Sicuramente non sarebbe stato uguale, forse non del tutto autobiografico, avrei magari trovato un altro espediente.

Quello che so è che il fattore partenza mi ha dato la spinta finale per decidere di proporlo alla Bao, e scrivere quello che ho scritto esattamente mentre succedeva è stata la cosa più romantica che io abbia mai fatto.”

Da "Al sole come i gatti" di Marta Baroni

Spesso Roma viene descritta come brutta, gestita male, piena di orrori. La Roma di Marta invece è una specie di sogno dove è sempre estate, con gli alberi rosa e mille posti da esplorare. Dov’è la verità? Nel mezzo?

“Assolutamente nel mezzo. Roma è una città davvero difficile, stratificata e piena di contraddizioni. Vedo, come lo vedono tutti, quanto è peggiorata negli ultimi anni. È abbandonata a se stessa, c’è un clima di repressione sempre più forte, tanta rabbia e ignoranza.”

E i siti fondati sulle lamentele come Roma fa schifo?

“Roma fa schifo purtroppo continuerà ad esistere fino a che esisterà il cittadino romano medio che vuole far passare per senso civico quello che in realtà è accanimento e odio estremo verso lo straniero, il poveraccio e tutte le palesi emergenze che ci sono.

Io personalmente non avevo alcuna intenzione di elevare Roma a paradiso terrestre grazie a questo libro, volevo solo raccontare la mia Roma, l’importanza che hanno le nostre radici e soprattutto l’importanza che ha il modo in cui si vive un luogo, che fa molta differenza, molto più del luogo in sé.”

Da "Al sole come i gatti" di Marta Baroni

Nelle strade della Garbatella, Marta incontra la sua “gang” di amiche e procede a presentarle una a una: questa è una delle mie parti preferite di Al sole come i gatti perché, come già sappiamo, non c’è niente di meglio dell’amicizia tra ragazze.

Sono le mie amiche in carne e ossa! Le ho volontariamente escluse da ogni tipo di giudizio mentre scrivevo il libro, perché volevo evitare di essere condizionata.

Inizialmente non avevo un’idea chiarissima di come far apparire tutta la gente di cui volevo parlare ed è stata una delle parti più difficili, continuavo ad essere troppo autoreferenziale.

Alla fine credo di aver trovato una soluzione, tirando fuori le parti più buffe e sincere di queste persone, che su carta sono diventate dei veri “personaggi”. C’è la bella e vanitosa, la rincoglionita, il maschiaccio… sono le amiche che tutti conosciamo, non solo le mie.”

Da "Al sole come i gatti" di Marta Baroni

Infine, ritorniamo a Bianca Pitzorno. Il senso di magia che pervade Al sole come i gatti fa traspirare un po’ dell’ispirazione dietro alle illustrazioni.

“Sono tantissime le cose che ho visto e vissuto che hanno influenzato il mio linguaggio, il mio gusto, il mio essere. Ho sempre aderito al partito ‘viva i sentimentalismi abbasso i supereroi; e mi sono sempre innamorata di ciò in cui più o meno mi ritrovavo a immedesimarmi.

Da piccola [mi piaceva] tantissimo la collana Gli Istrici della Salani, Bianca Pitzorno – proprio lei! NdR – e Ann M. Martin, quella de Il club delle baby-sitter. Poi ci sono stati i manga, ho divorato tutti i titoli della Ai Yazawa, infatti volevo fare la stilista come Mikako di Cortili del cuore, non la fumettista!

Al liceo la collana Mondo Naif della Kappa Edizioni con le storie di Vanna Vinci, poi Davide Toffolo e Tank Girl di Jamie Hewlett. Queneau con Zazie nel metrò, letto e riletto all’infinito. Benni, Murakami, Grossman… questi sono un po’ i capisaldi.

Spesso si tratta di storie con protagoniste femminili avventurose, dall’individualità molto forte, sia che fossero bambine che quasi donne, ma non solo.

Sono una parecchio affezionata ai suoi “feticci”: rileggo, riguardo e riascolto le stesse cose di quando ero adolescente, probabilmente perché è stato uno dei momenti di massima costruzione della persona che sono oggi e i miei gusti non sono cambiati.

Credo si percepisca anche nel libro, in piccole cose magari, tipo un ragazzo nella folla che indossa la maglietta dei Pornoriviste. Chi è che ancora si ascolta i Pornoriviste?”

Da "Al sole come i gatti" di Marta Baroni

 

Al sole come i gatti di Marta Baroni è edito da Bao Publishing e potete comprarlo qui. Ne vale davvero la pena.


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