Partiamo dalla quarta di copertina “Questo libro è figo”.
Vero.
Ma non è sufficiente. Questo libro è veramente figo.

Si potrebbe dire che questo libro è pieno di storie… e che ci sono molte più figure che in un dizionario.

Questo libro di storie ne ha esattamente 12: alcune sono dedicate ai cani, alcune sono dedicati a denti che spuntano quando non dovrebbero, una è dedicata ad una torta ed  altre sono dedicate al disordine ed alla depressione. Quelle sui cani vi faranno riflettere sui cani. Quella dedicata ai malefici denti che spuntano quando non dovrebbero vi faranno pensare ad i vostri denti, ed a quanto sia crudelmente vera questa vignetta:

Quelle dedicate alla depressione, che poi sono la maggior parte delle storie, la depressione ve la racconteranno come una cosa così:

O così:

Il che in parte rappresenta un problema, perché farà ridere molto, e potreste trovarvi a ridere molto sopra un libro che racconta di depressione in posti poco consoni, e magari ritenere il ridere della depressione altrui, o della depressione in sé e per sé, come un atto poco consono.
Si può ridere della depressione? Sì. Eccome. Guardate qui:

Ah! Ecco.
Allie Brosh ha aperto il blog “Hyperbole and Half” nel 2008 perché non aveva voglia di studiare ed una certa dimestichezza con paintbrush. Il blog era fatto della stessa sostanza con cui è composto il libro, plus dei meme diventati celeberrimi, e pian piano ha conquistato gargantuesche quantità di lettori perché beh, è bellissimo, e oltre a far ridere molto intorno ad elementi banali (cani che non ti danno retta: come renderla una storia divertente da lacrime e mal di pancia, appetibile anche per chi ha zero interesse nei confronti dei cani?) e strappa una caterva di sorrisi amari con racconti molto concreti di una depressione molto concreta.

È spiacevole essere tristi senza una ragione. La tristezza può essere quasi piacevole quando hai un modo per giustificarla. Puoi ascoltare musica triste e immaginarti come il protagonista di un film drammatico. Puoi guardare fuori dalla finestra piangendo e pensare: Che tristezza. Non riesco a capacitarmi di quanto sia triste questa situazione. Scommetto che, se mettessero in scena la mia tristezza, riuscirebbero a far piangere tutto il pubblico di un cinema.

In questo libro veramente figo c’è moltissimo disordine. Dal disordine dei vestiti ammonticchiati “passai mesi chiusa in casa, navigando in internet seduta in cima ad una pila di biancheria sporca che avevo buttato sul divano – solo per un secondo – perché mi era venuto un attacco di apatia mentre andavo verso la lavatrice e non ero riuscita a proseguire. Dopo due settimane, non ero ancora arrivata alla meta“, ai piatti sporchi sul letto al disordine nel vedere il proprio cervello che sbatacchia a destra e manca cercando di trovare una spiegazione a grovigli di sensazioni non spiegabili, c’è tanto disordine e ci sono delle vignette che BAM! centrano il punto immediatamente.

Ecco: di tutti i suoi infiniti pregi, Un’iperbole e mezza è un libro che centra il punto. È onesto, diretto, crudelmente divertente, è un libro che va letto, amato e coccolato, per poi andarsene in giro per casa a dire “Parp? Parp! Parp! Parp” come se nient’altro fosse importante al mondo (spoiler: non c’è niente di più importante al mondo, nemmeno pulire tutto.)

PARP!

Perciò! Questo libro, che, come avrete capito, è bello bello in modo assurdo, è pure in regalo. Proprio come in questa storia qui, c’è una casa molto piccola e due libri identici di Un’iperbole e mezza, per cui uno è pronto a prendere il volo, circondato da adesivi di Soft Revolution, per ritrovarsi fra le braccia di chi:

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Il giveaway scade il 7 Ottobre. La persona estratta riceverà una mail il giorno successivo.