Negli ultimi anni abbiamo parlato spesso dell’ossessione del mondo contemporaneo per il successo e la perfezione. Questo è stato particolarmente rafforzato dalla popolarizzazione del femminismo che, insieme a aspetti positivi che apprezziamo, ha portato alla luce mostri come la retorica della #girlboss e della donna superpotente a tutti i costi (come sa bene Sophia Amoruso, che l’ha trasformato in un brand).
L’altra faccia di questa smania di avere successo è, lo sapete già, una spirale di ansia e/o depressione che colpisce sempre più persone in tutto il mondo. Tanto per elencare un po’ di dati tristi, il numero di persone che soffrono di depressione è cresciuto di quasi il 50% tra il 1990 e il 2013, e del 18.4% solo tra il 2005 e il 2015; il suicidio è diventato la seconda causa di morte per le persone tra i 15 e i 29 anni.
Non è stupefacente che quest’anno il World Health Day – che ricorre il 7 aprile – sia dedicato proprio alla depressione. La campagna sottolinea in maniera importante che soffrire di depressione non è un segno di debolezza, ed è “qualcosa che può capitare a tutti”.
Varie persone nella redazione di Soft Revolution hanno avuto un percorso lungo e complicato con la propria salute mentale (e chi le aiuta a stare meglio). Proprio parlando della sua depressione e di come aveva deciso di trattarla, nel 2015 Marta Conte scriveva sul nostro sito:
Il motivo per cui è così difficile parlare della malattia mentale è che le paure di chi ne soffre alimentano quelle di chi non ne ha avuto esperienza, e viceversa. Viviamo in una società che poco incoraggia il mostrarsi vulnerabili o, più banalmente, l’essere persone imperfette.
Anche se nessuna di noi è qualificata ad aiutare clinicamente qualcuno che soffre di depressione, di sicuro possiamo testimoniare che anche solo decidere di ammettere di avere un problema e parlarne con qualcuno è d’aiuto; si scoprirà quasi istantaneamente di essere circondat* da altre persone che capiscono benissimo che cosa si sta passando.
Non c’è un solo modo o una sola ragione per essere depress*: basti pensare che anche il PMDD (Premenstrual Dysphoric Disorder), alias la sindrome premestruale nelle sue forme più acute, è un disordine mentale riconosciuto che si presenta nel 3-9% delle persone che hanno le mestruazioni e ha effetti praticamente identici alla depressione.
Mentre continueremo a parlare regolarmente di salute mentale su Soft Revolution, questa ci sembra un’ottima occasione per portare attenzione su questo argomento.
Il tema di aprile 2017 sarà viola che, freudianamente, è il colore della Quaresima nonostante nessuna di noi sia religiosa. Parleremo di persone pregevoli di nome Viola, di insonnia, di botte, dello strumento musicale e di molto altro.
Se avete voglia di unirvi alla redazione (specialmente se siete under 25!), o avete idee, pareri, proposte, da questa parte.
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