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Mila e Shiro: la storia di una serie animata invec...

Mila e Shiro: la storia di una serie animata invecchiata male

Come sappiamo, lo Shōjo anime è un genere di animazione che ha segnato l’infanzia di tante generazioni dalla fine degli anni ’70 in poi. Sicuramente una delle serie d’animazione più conosciute e più di successo in Italia è stata quella di Mila e Shiro due cuori nella pallavolo, tratta dal manga originale Shōjo Spokon del 1984 Attacker You! (アタッカーYOU! Atakkā Yū!).

Lo Spokon è un genere di manga e anime le cui storie sono ambientate nel mondo dello sport. La narrazione prevede dunque come obbiettivo per la protagonista la vittoria intesa come realizzazione dei propri sogni attraverso il duro e costante allenamento. L’ambizione è quello che mette in moto l’azione e i personaggi, motivandone le scelte e giustificandone gli sbagli. Si tratta nella maggior parte dei casi di un’impostazione di storytelling molto semplice che va sempre nella stessa direzione e che comprende sempre gli stessi snodi narrativi ovvero la partita, il sogno e la seguente biforcazione tra vittoria e sconfitta (Captain Tsubasa – Holly & Benji,  Attack no. 1 – Mimì e la nazionale di pallavolo, L’uomo Tigre – Tiger Mask).

Attacker You! rientra a pieno nel genere e Mila (You nel manga originale) è il solito personaggio femminile caratterizzato secondo la logica dello Spokon. Contraddistinta da un’incredibile tenacia, la Hazuki è la punta di diamante della pallavolo giapponese. Amica attenta alla sensibilità delle sue compagne, si presenta come un capitano forte e deciso, che non solo riesce a mediare le incompatibilità tra le ragazze ma ne motiva la passione, spingendole a fare sempre di più.

Sebbene l’amore per lo sport, la dedizione e la costanza, la forza e la motivazione siano alla base di opere come questa e abbiano contribuito alla crescita di tante giovani ragazze, sfortunatamente non è oro tutto ciò che luccica. Descritta in questo modo infatti Mila non sembra avere falle e considerando il mio attaccamento al personaggio, vorrei che fosse così. E invece no.
L’anime non è affatto invecchiato bene e se comparato ad altri grandi Spokon del periodo, è sicuramente uno dei meno riusciti.
L’alterazione del promettente manga è avvenuta con la trasposizione del fumetto a serie animata nel 1984 in cui le piccole differenze ne hanno contraffatto il significato e l’impostazione originale.


L’azione nella serie animata ruota intorno alla storia d’amore tra Mila e Shiro e benché Mila rappresenti una fonte di energia inesauribile, tutto il suo mondo vacilla se Shiro non è presente.
Questa considerazione può sembrare puntigliosa ma la verità è che al di là dell’azione sportiva e degli incontri, uno dei pochi elementi che contorna il vissuto è la relazione sentimentale con Shiro che guarda caso nel manga non esiste! Nel fumetto i due sono solo amici e anche se Tachiki è più presente, rappresenta solo il confidente di Mila nei momenti di difficoltà.

Riadattare l’anime snaturando la purezza dell’Hazuki, la sua determinazione e l’amore sconfinato per uno sport antico come quello della pallavolo ha ridotto il riscatto femminile e l’inno sportivo di Jun Makimura e Shizou Koizumi a “una storia d’amore ambientata nello sport”.
Il manga, di certo ispirato al capolavoro del 1968 di Chikako Urano Attack No. 1. manteneva un focus sulla passione sportiva, il senso di squadra e la perseveranza nella vita seppur attribuendo più leggerezza e una comicità alla narrazione del tutto nuova rispetto ad Urano.

L’amore di Mila per Shiro è direttamente proporzionale all’amore di Mila per la pallavolo. In questo caso, quando Mila vuole vincere una partita o raggiungere un obbiettivo, il suo desiderio è sempre connesso al suo sentimento d’amore. In poche parole, più brava diventa Mila, più possibilità ha di stare con Tachiki. Questa caratteristica trasforma uno dei personaggi femminili più interessanti del fumetto giapponese, in una ragazzina immatura e poco consapevole che non sa scindere le proprie ambizioni dalla sfera sentimentale e che riduce l’impegno sportivo a un amore adolescenziale.

Questa continua connessione tra sport e amore lascia molto a desiderare, non perché i due piani non possano coesistere nella narrazione, sarebbe una critica del tutto sterile. Ma se un desiderio importante come la realizzazione personale è solo giustificato dal coronamento di un amore, tutta quella voglia di pura rivalsa viene completamente compromessa.
Sembra come se ogni vittoria non sia altro che un passo più vicino all’unione dei due quando la vera You come la Kozue di Urano vive ogni vittoria come un passo più vicino alle Olimpiadi.

Mila / You

Anche i punti di forza del fumetto come le gag e l’humour, che lo contraddistinguono dalle atmosfere più serie di Attack No. 1., perdono di significato dal punto di vista dell’innovazione.
Così la trasparenza di Mila che ne fa una burlona senza peli sulla lingua e che la rende diversa e innovativa rispetto alle figure fumettistiche più solenni di quegli anni non viene colta a pieno e tutta quell’originalità nella caratterizzazione psicologica del personaggio si perde per lasciare spazio a un’ingenuità che al principio non doveva far parte del suo essere.

L’amore e l’affetto che ci legano alla Hazuki rimangono intatti, questo è sicuro. La sua tempra ci ha forgiate e personaggi come Nami, Kaori e Yogina hanno senza dubbio favorito un sentimento di solidarietà femminile molto forte. Ma l’attaccamento non può salvarci dalla critica e sfortunatamente la nostra Mila con gli occhi a cuore non ci insegna a vivere quanto la You nipponica.


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