READING

Tanto gentile e tanto onesta pare: le gentili donz...

Tanto gentile e tanto onesta pare: le gentili donzelle dello slut shaming

Want to read this in English?

Anni fa stavo parlando con un uomo molto saggio (il quale guarda caso è anche un docente di filosofia medioevale) dei social media. Era, più o meno, settembre del 2012. Twitter, Facebook e via dicendo erano già una “cosa grossa” ma “una cosa grossa così grossa” come oggi – aprile 2013 – in cui possiamo anche affermare che il popolo di Twitter ha rovesciato il governo senza che nessuno ci accusi di aver passato un po’ troppo tempo happy in the haze of a drunken hour. (Per inciso, l’immaginario popolo di Twitter non ha rovesciato proprio nulla)
Il sopracitato uomo saggio, nel mettere fine – brillantemente – alla fiacca e strascicata polemica

sono una cosa utile guarda l’apporto fondamentale che hanno dato alla primavera araba/ no sono una perdita di tempo guarda i ragazzini su Facebook che passano ore a cliccate like like like e a dimenticare il congiuntivo/ la gente non si parla più, dove sono le piazze non c’è più il contatto umano la Cia ci spia

s’espresse all’incirca nel seguente modo: “Come i cortili medioevali, come le corti delle case. Solo che la cassa di risonanza è maggiore. Niente di più, niente di meno”.

due

uno

Ogni volta che sento la diatriba di cui sopra applicata al qualsivoglia social/ qualsivoglia problema/ qualsivoglia situazione, mi viene in mente quella mattinata di settembre in cui io e i social network eravamo – solo amici – prima che il nostro rapporto diventasse un dipendi da me, ciccina, se l’affitto ti vuoi pagare in cui mi potevo ancora effettivamente chiamare fuori da discorsi come “ ho passato ore, e dico ore su xx a fare yy nemmeno mi sono accorta che si stava facendo buio” (xx normalmente è Tumblr e yy è leggere post come questi, commuovermi e decidere di rivoluzionare la mia esistenza) una mattinata in cui il parallelo fra corti, cortili e laptop mi sembrava assolutamente limpido come è limpida l’acqua che sgorga gelida da una fonte di montagna.
Un annetto e mezzo dopo, passo la mia giornata così immersa dalla punta dei capelli a quella dei piedi nel magico mondo dei social che mi viene da chiedermi se effettivamente c’è ancora una vita là fuori dove non prende il wi-fi e gli uccellini cinguettano sul serio che l’acqua della fonte di montagna s’è leggermente inquinata. Ma resto fedele alla linea del cortile: solo una grossa cassa di risonanza (e comunque non è che mi piaccia più di tanto la natura incontaminata).
Sarà anche vero che il sentimento più diffuso nella navigazione del world wide web sia aawww ma è anche vero che il ho ragione io, sentimento strettamente legato non solo all’autocelebrazione ma anche, soprattutto al mondo delle corti e del pettegolezzo facile, se la passa veramente bene.
dear-girls

Ora: se nel 1300 potevate affermare tal donzella è assai poco pudica credo di aver scorto un angolo della sua caviglia ed era probabile che la notizia da Verona non sarebbe arrivata a Mantova poi così tanto in fretta (e Leonardo muore invano!) è anche vero che qualche secolo dopo affermare tal donzella è una zoccola lo so perché posta le foto del suo sederedove TUTTI le possono vedere è assai più facile. La notizia da Verona arriva a Mantova in un battibaleno e il sono meglio io perché anche scandagliando tutto il magico mondo di internet non troverai nemmeno una parvenza, un’ombra dei miei capezzoli è tanto facile da dire.
Che un paio di tette siano dentro una maglietta diviene così un grosso motivo di vanto, al pari dei salaci commenti su Sasha Grey che si mette a fare la Dj in giro per il mondo (e tanto lo sappiamo tutti come ci è arrivata lassù su quella consolle) sparsi qua e là a dimostrare che avrò anche tanti difetti, ma almeno io queste cose non le faccio. Non solo non le faccio, ma ti spiego anche, in tutta la mia benevolenza, come dovresti comportarti per essere una ragazza a modino: faccia pulita senza trucco batte tette 1-0 e se ti metti una camicia trasparente ed un paio di pantaloncini quando incontri i tuoi amati idoli, cazzo, proprio non te lo meritavi questo onore. La caccia alle streghe (leggi, sgualdrine che mostrano le caviglie) sa non essere molto dissimile da quello che era una voce lanciata nell’aia mentre davi da mangiare alle galline. Solo che ora, complice la cassa di risonanza, la voce riesce ad andare ben oltre Mantova.
Però anche se Tebe non è più piccola, e “la gente”non ha smesso di mormorare, la differenza è che ora messaggi come questo, questo o questo hanno lo stesso potere e la stessa possibilità di essere ascoltati del ppsst. hai visto quella come si è vestita?
E, concedetemi giusto un po’ di retorica, la cassa di risonanza oltre a spargere pettegolezzi ed animare meme, sa contribuire e dare voce anche a questo

Egypt-Jan-25-flag-300x199

Una possibilità  di successo che i crociati nemmeno se la sognavano.

Immagini prese da qui, qui e qui


RELATED POST

  1. Paolo1984

    28 Aprile

    sono dell’idea che una persona possa mettere le foto che vuole su internet, nuda, vestita, con o senza trucco senza per questo beccarsi insulti.cosa che purtroppo succede. Credo che tutti e vale anche per gli idioti che si divertono a insultare la gente che posta le sue foto sul web, dovremmo avere la consapevolezza che qualunque cosa postiamo su internet (e non parlo solo di nostre foto ma anche scritti come questo commento) resta su internet e può essere rintracciata da chiunque anche a distanza di anni e anni con relativa facilità

  2. […] stato un mese di prorompente vitalità per lo slut shaming. Tanto che, se avesse un petto ora sarebbe gonfio […]

  3. […] risposta, naturalmente, è lo slut shaming. Quell’insieme di concetti per il quale se si viene a sapere che un essere di genere […]

  4. […] – Shine bright like a Terry Richardson – Guido Barilla, ci fai venire il latte alle ginocchia – Ad ottobre le Frecce si tingono di rosa (e la mia bile di verde) – Tanto gentile e tanto onesta pare: le gentili donzelle dello slut shaming […]

  5. […] pratica dello slut shaming è diffusa in entrambi i sessi ma è nei maschi che nasce e trova la sua ragion d’essere, in un […]

  6. […] pratica dello slut shaming è diffusa in entrambi i sessi ma è nei maschi che nasce e trova la sua ragion d’essere, in un […]

  7. […] Translated by Ritanna Novielli Vuoi leggerlo in italiano? […]

  8. […] di chi è ragazza adolescente nel 2014. L’ha fatto usando toni assimilabili al peggior tipo di slut shaming. Ha costruito il suo pezzo assemblando stralci d’intervista che suonano falsi come una dentiera […]

  9. […] di chi è ragazza adolescente nel 2014. L’ha fatto usando toni assimilabili al peggior tipo di slut shaming. Ha costruito il suo pezzo assemblando stralci d’intervista che suonano falsi come una dentiera […]

  10. […] è un pezzo in cui dà contro a una ragazza colpevole di tirarsela (ma è anche l’inno dello slut shaming). La fa a pezzi perché si trucca, si mette il profumo e indossa la minigonna. Si crede […]

  11. […] Forse perché siamo così immersi in ambienti che schiacciano le teenager a colpi di slut shaming da non renderci conto che non sappiamo di cosa stiamo parlando e che tutte le generazioni di adulti […]

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.