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Perché abbiamo (ancora) bisogno del femminismo ...

Perché abbiamo (ancora) bisogno del femminismo – Puntata numero 357

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Riassunto delle puntate precedenti
Nonostante ci sia chi è fermamente convint* del contrario, abbiamo ancora bisogno del femminismo. Se argomenti come l’infanticidio selettivo, la disparità di trattamento sul luogo di lavoro, gli stipendi femminili più bassi rispetto a quelli maschili, la difficoltà nel vedersi riconosciuti diritti fondamentali (come per esempio quelli relativi all’interruzione di gravidanza) non fossero ritenuti sufficienti a giustificare l’esistenza del femminismo, vediamo se la storia di oggi può in qualche modo far cambiare loro idea.
La mia riflessione prende spunto da un post pubblicato da Jinan Younis sulla sezione del Guardian dedicata alla scuola e all’università.

532713_10151454553678579_1241961428_nJinan è una ragazza di diciassette anni che frequenta una scuola superiore ritenuta fra le migliori del Regno Unito. Quando ha deciso di fondare una società femminista, la scuola, dopo molte reticenze, le ha accordato il permesso, la ragazza è stata sommersa da critiche e insulti razzisti e sessisti da parte dei suoi compagni maschi, che hanno esteso la cortesia a tutte le ragazze facenti parte della società. [1]
A parte commenti sull’inutilità del femminismo e su quanto temi quali la parità dei diritti o gli abusi sessuali fossero ridicoli, c’è stato anche chi ha fatto notare che le femministe sono tali perché non hanno ancora trovato, diciamo così, un uomo in grado di soddisfarle.
La faccenda ha raggiunto il culmine quando le ragazze hanno deciso di aderire alla campagna Who Needs Feminism, che prevede che i partecipanti si facciano fotografare con un cartello in cui spiegano perché, secondo loro, ci sia ancora bisogno del femminismo. Dopo aver pubblicato le foto su Facebook, le ragazze hanno ricevuto commenti sessisti e vagamente intimidatori e “voti” sul proprio aspetto fisico, oltre ad essere soggette a slut shaming.

Quando le ragazze si sono rivolte alla scuola lamentandosi del trattamento ricevuto, è stato loro consigliato di rimuovere le foto, senza che ci fossero conseguenze di nessun tipo per gli autori dei commenti. In una nota a pie’ di pagina aggiunta in un secondo momento, la scuola si difende dicendo che a loro sta a cuore la sicurezza dei loro studenti, inclusa quella online, e che pertanto “raccomandano agli studenti di rimuovere contenuti pubblicati online nel caso essi possano compromettere la loro sicurezza o quella di altri alunni”. Le ragazze si sentono quindi doppiamente vulnerabili: da una parte gli attacchi dei compagni, dall’altra un sistema che sembra non voler sradicare una logica sbagliata. Siamo alle solite: non sono io a fare commenti inaccettabili, sei tu che sei femminista e te la prendi. Non sono io ad essere violento, sei tu che mi hai provocato. Non sono uno stupratore, sei tu che hai la gonna troppo corta.

Fra tutti i motivi per cui c’è bisogno del femminismo inserirei anche questo: perché voglio che chiunque, che sia una ragazza di diciassette anni o un anziano di ottanta- possa dichiararsi femminista senza che nessuno abbia niente da ridire.

Fine della trecentocinquantasettesima puntata

[1] Nel sistema scolastico anglosassone le società, che possono spaziare dalla squadra di karatè al club francofono, passando anche per gruppi politici o religiosi sono molto diffuse. Chiunque abbia visto Rushmore di Wes Anderson saprà cosa intendo.


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