READING

“Say cheeks” per Caroline Tompkins

“Say cheeks” per Caroline Tompkins

Oh my gosh, look at her butt
– Nicky Minaj

 

Negli ultimi anni, due cose grandi sono diventate di moda: le sopracciglia e i culi. Così, non ci deve stupire la scelta del magazine americano di musica e cultura The Fader di inserire, nel numero di marzo-aprile 2017 (il #108, dedicato al sesso) il servizio intitolato What A Butt Wants. Accanto a un do-don’t sul sexting, un profilo di Keyshia Ka’oir (modella, attrice, stilista e imprenditrice con una sua linea di cosmetici che porta il suo nome) e la sua relazione con Gucci Mane, una riflessione sull’educazione sessuale nelle scuole e una sul voyeurismo, What A Butt Wants si concentra sui bisogni di una parte del nostro corpo che, fino a poco tempo fa, veniva abbastanza trascurata.

The Fader ha chiesto a un’agopunturista, una personal trainer, una massaggiatrice e un’estetista di rivelare i segreti per prendersi cura al meglio del proprio fondoschiena, sottoposto ogni giorno a continue sollecitazioni durante l’allenamento e all’immobilità totale nelle infinite ore seduti in ufficio. Ad eseguire e curare gli scatti che accompagnano What A Butt Wants è stata la fotografa Caroline Tompkins, che ha creato la serie Butts.

Caroline Tompkins for The Fader

Tompkins è una fotografa originaria dell’Ohio, che vive e lavora soprattutto a New York. Molti dei suoi progetti personali ruotano attorno al desiderio femminile e al sesso, e in occasione del servizio per The Fader ha fatto uscire proprio tutto il lato sexy e quirky dei suoi soggetti.

“Abbiamo cercato i modelli, per lo più tra i nostri amici e conoscenti, alcuni anche tramite Instagram, chiesto loro di mandarci foto dei loro culi, comprato un sacco di vaselina per farli brillare – sai, le tipiche cose che fai sul lavoro” ha raccontato Caroline Tompkins a It’s Nice That. Il risultato è un servizio composto da tre parti: una di moda, una informativa (su cosa piaccia davvero al tuo sedere) e “una parte solo di culi fighi e sexy”.

Caroline Tompkins for The Fader

Ma ci è stata una volta – e nessuno sembrava entusiasta quanto lei all’idea. La fotografa è cresciuta nella comunità punk di Cincinnati, fatta di band e di fanzine. È qui che si è formato il suo lato artistico e creativo. Ha iniziato a scattare come mezzo di integrazione, quando aveva quattordici anni: “Sai, non potevo essere in una band, quindi la fotografavo. Non potevo uscire con quel ragazzo, quindi lo fotografavo”.

La sessualità, in particolare quella femminile, come viene percepita e come viene rappresentata: molti dei lavori di Caroline ruotano attorno a queste tematiche, che non vengono però mai presentate a chi le osserva in modo semplicistico o stereotipato. 

I’m a feminist, so I think that’s going to show through in whatever I am making.

Sono una femminista, e penso che traspaia da qualsiasi cosa io stia facendo.

Caroline Tompkins posing for Metal Magazine

Uno dei progetti che l’ha portata alla notorietà è Hey Baby, una serie fotografica di ritratti scattati ai catcallers che l’hanno verbalmente molestata a New York. In Ohio le era successo, qualche volta, di essere infastidita per strada da sconosciuti, ma a New York è diventato un problema quotidiano: “A un certo punto mi sono chiesta perché mi sentissi sempre così agitata quando sapevo di dover fare un pezzo di strada a piedi”.

Quando ha provato a parlarne, anche nel suo gruppo di conoscenti, si è sentita rispondere cose del tipo “Ma è perché sei bionda”, “Ovvio, sei una donna”, “Beh ma indossi molti abitini”. Abbastanza desolante, no? Eppure è capitato anche a me, probabilmente anche a voi. Caroline ha pensato a come potesse riprendere il controllo della situazione, per non sentirsi ogni volta così spaventata e impotente, e per contrastare attivamente la cosa ha deciso di ricorrere al suo strumento-superpotere: la macchina fotografica.

I think feminism and feminist art projects finally have a proper platform – and that’s the internet.

Penso che il femminismo e i progetti d’arte femministi abbiano finalmente una piattaforma adatta – che è internet.

Caroline Tompkins a Buzzfeed

Ogni volta che un uomo la molestava verbalmente, Caroline estraeva la macchina fotografica e scattava. Ha ricevuto in risposta le reazioni più disparate: c’era chi scappava, chi si mostrava imbarazzato, chi ne era addirittura lusingato.

Caroline Tompkins for The Fader

Ogni persona può e deve essere in grado di sentirsi sicura, che stia camminando per andare a lavoro o che stia facendo uno shooting in mutandine. Caroline ha cercato di rendere anche questo, negli scatti di Butts: la fierezza, la consapevolezza e la sicurezza di una grande quantità di culi di ogni forma, colore e consistenza, che avanzano, si appoggiano e si mostrano per quello che sono. Dei culi bellissimi, intendo, come quelli che abbiamo tutti noi.


RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.