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Contraccezione maschile: un aggiornamento

Contraccezione maschile: un aggiornamento

Due anni fa su Soft Revolution avevamo parlato di contraccezione maschile, e del fatto che esistono molte più forme di contraccezione per le donne che per gli uomini.  Ci era sembrato rilevante che in commercio non esistesse ancora un’alternativa di contraccezione che anche gli uomini potessero usare oltre a vasectomia e preservativi, nonostante la sperimentazione di metodi alternativi fosse avviata da tempo.

Poi, a febbraio 2017 il Guardian ha annunciato l’inizio dei test clinici di una nuova forma di contraccezione maschile, il Vasalgel. Di cosa si tratta? Consultando il sito della Parsemus Foundation che sta portando avanti la sperimentazione del prodotto, Vasalgel è una forma di contraccezione maschile a lungo termine, non ormonale e reversibile.

Vasalgel è una procedura cosiddetta RISUG, acronimo che sta per “reversible inhibition of sperm under guidance”, ossia inibizione guidata e reversibile dello sperma. La procedura prevede l’iniezione di un polimero gel che viene iniettato direttamente nella parte interna e vuota del vasi deferenti (i dotti che trasportano lo sperma dai testicoli), bloccando il transito degli spermatozoi, che sono troppo grandi per passare attraverso la barriera gel, e che quindi vengono riassorbiti dal corpo. Il gel può essere eliminato iniettando una soluzione che lo dissolve, rendendo così il metodo contraccettivo reversibile.

Per capirci meglio, eccone illustrato il funzionamento:

contraccezione maschile

Vasalgel funziona pressappoco come un posto di blocco per gli spermatozoi – senza però impedire la fuoriuscita dello sperma, quindi un uomo che si sottopone a questo tipo di procedura eiaculerà normalmente, ma senza spermatozoi attivi.

La determinazione di Sujoy Guha

Questo tipo di tecnica non è il frutto della ricerca e sperimentazione di una grande casa farmaceutica internazionale, bensì della curiosità e testardaggine dell’ingegnere biomedico indiano Sujoy Guha, che ha passato più di trent’anni raffinando il metodo e combattendo contro la burocrazia del proprio paese – oltre che contro lo scetticismo globale.

Guha iniziò a testare questo tipo di contraccezione su 38 uomini già nel 1993, riportando che con un certo dosaggio di prodotto tutti gli uomini erano divenuti azoospermici – non producevano cioè più sperma fertile, pur mantenendo intatte le loro funzioni sessuali. La seconda fase della sperimentazione clinica nel 1997 determinò che l’iniezione del polimero rendeva i partecipanti alla ricerca azoospermici per ben 12 mesi consecutivi. La terza e ultima fase di sperimentazione clinica prima dell’approvazione finale del prodotto, iniziò nel 2000.

Quali sono i vantaggi del RISUG?

Secondo la pagina Wikipedia del metodo RISUG, il dottor Guha parla di efficacia – su 250 volontari totali che si sono sottoposti allo studio si è verificata una sola gravidanza, causata da una somministrazione erronea dell’iniezione; convenienzadato che il costo del prodotto somministrato è inferiore a quello della siringa che lo inietta, e la sua efficacia è a lungo termine (una sola dose può proteggere da gravidanze indesiderate per addirittura 10 anni consecutivi!); effetti collaterali ridotti; reversibilità, brevità e semplicità della procedura, che permette al paziente di lasciare l’ospedale subito dopo l’operazione e riprendere i rapporti sessuali entro una settimana dopo.

Nonostante i vantaggi, lo sviluppo del metodo RISUG ha subito una triste battuta d’arresto: la non tossicità composto polimerico è stato messo in dubbio dalla World Health Organisation perché Guha non ha sviluppato il prodotto in un tradizionale laboratorio farmaceutico, ed è stato perciò necessario ripartire con la sperimentazione da capo.

Il passaggio di testimone alla no-profit Parsemus

In un articolo estremamente esaustivo, Wired spiega come dopo quasi un decennio di arresto a causa di problemi burocratici ed essenzialmente politici, nel 2010 Guha ha ceduto il brevetto del metodo RISUG non ad una casa farmaceutica, ma appunto alla no-profit statunitense Parsemus, guidata da Elaine Lissner. Sotto la guida di Lissner, Parsemus ha condotto la sperimentazione del farmaco – ora chiamato Vasalgel – seguendo gli standard necessari a renderlo approvato dall’americana Food and Drug Administration (di fatto, ripetendo tutta la procedura di sperimentazione da capo).

Secondo il sito di Parsemus:

The goal is to have it on the market as an alternative to vasectomy as soon as possible, with the first clinical trial expected to begin in 2018.

L’obiettivo è di immetterlo sul mercato come un’alternativa alla vasectomia il prima possibile, possibilmente iniziando i primi test clinici nel 2018.

Per fare questo ovviamente la non-profit sta raccogliendo fondi autonomamente, con una massiccia campagna di fundraising. In un articolo del Chicago Tribune, Guha sottolinea che il fatto che il problema successivo sarà trovare una casa farmaceutica disposta a vendere il prodotto. Sul sito di Parsemus, il perché le compagnie farmaceutiche non siano interessate allo sviluppo di Vasalgel viene affrontato di petto nella sezione FAQ: secondo il sito, per una casa farmaceutica è più lucrativo vendere regolarmente contraccettivi ormonali alle donne, piuttosto che uno shot di Vasalgel, la cui efficacia è infinitamente più durevole. Si tratta di mettere a rischio le vendite già collaudate di prodotti per le donne, e di avventurarsi in mercati potenzialmente poco lucrativi.

Il Professor Guha (Credit: Sumit Dayal/Bloomberg)

Inoltre, secondo la testimonianza di Herjan Coelingh Bennink, ginecologo e sviluppatore di alcuni contraccettivi ormonali femminili, per Organon International:

The fact that the big companies are run by white, middle-aged males who have the same feeling-that they would never do it-plays a major role. If those companies were run by women, it would be totally different

Il fatto che le grandi compagnie [farmaceutiche] siano amministrate da uomini caucasici di mezza età, che pensano che non lo farebbero mai in prima persona, gioca un ruolo enorme. Se quelle stesse compagnie fossero gestite da donne la situazione sarebbe completamente diversa.

Inutile dire quanto sarebbe bello se questo tipo di contraccezione maschile fosse finalmente commercializzata e resa disponibile a qualunque uomo voglia assumersi responsabilità contraccettive per sé e la propria partner. Ci auguriamo che questa sia presto una realtà.


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