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Consigli per riuscire a studiare senza farsi legare alla sedia

Vittorio Alfieri, passato alla storia come drammaturgo, scrittore, poeta e attore teatrale italiano, avrebbe potuto capire le nostre difficoltà: lui si faceva addirittura legare alla sedia dal suo domestico per costringersi a studiare. Ma se non avete domestici da cui farvi legare alla sedia, e in fondo al cuore sapete anche che non vi servirebbe comunque a niente, visto che siete bravissim* a distrarvi anche nella biblioteca universitaria unicamente perché avete in mano una matita, dovete per forza trovare altri sistemi.

Di seguito, troverete quello che (a intermittenza, ma abbastanza da farmi superare degli esami che al tempo consideravo impossibili) ha funzionato per me durante l’Anno della Grande Crisi Universitaria.

Può capitare. Io quell’anno non riuscivo proprio a studiare. Bastava che aprissi un libro per a) interrogarmi sul senso della vita, b) decidere che tutto era vano, c) meditare sull’opportunità di trasferirmi nel Tepequém; fare domanda per occuparmi di un ufficio postale al Polo Sud; andare a piedi in Tibet e chiedere l’opinione del Dalai Lama sulle mie difficoltà universitarie.

1) Capisci cosa stai facendo e perché

Su questo siamo d’accordo: più difficoltà hai con qualcosa, meno capisci cosa stai facendo, e finisci col distrarti. Io l’ho sempre vista come una sorta di autodifesa: penso di essere stupida perché non riesco a capire quella cosa brutta e cattiva, così mi arrendo prima di fallire.

Se avete individuato il meccanismo, alzatevi dalla scrivania e andate a fare una passeggiata, cercando di liberare la mente. Chiedetevi perché avete così tanta paura (temete il fallimento, avete ansia da prestazione, se vi salta l’esame dovete rimandare la laurea o perdete la borsa di studio?) e come mai è così importante che impariate quella cosa.

Soft-Revolution-Consigli studio punto 1

Illustrazione di Marina Cicero

Alfieri studiava legato alla sedia perché voleva diventare uno scrittore migliore, voi per quale motivo state studiando? Cercate sempre di aver presente che cosa state facendo e per quale motivo è così importante che lo facciate. Se avete deciso che ne vale la pena, respiro profondo e tornate a casa. Saperlo (e ricordarvelo) vi aiuterà un sacco quando tornerete sul libro e inizierete a farvi prendere dall’insano desiderio di mettervi piuttosto a pulire tutta casa.

2) Non fatevi prendere dal panico

Uno degli esami più sofferti di tutto il mio corso di laurea è stato quello di Statica. Non capivo la materia, non capivo il professore, sono stata bocciata tre volte pur studiando disperatamente e alla fine l’ho passato con un voto infimo.

Due anni dopo, senza aver avuto più a che fare con la Statica, mi sono ritrovata ad aiutare un’amica che stava preparando l’esame e lì, correggendo lei, ho scoperto esterrefatta che avevo il potere di capire strutture a occhio, capacità che il professore aveva disperatamente cercato di farmi sviluppare senza risultati apparenti, anni prima.

Possiamo spiegarci il fenomeno in due modi: a) m’è caduto un calcinaccio in testa e m’ha donato il potere di comprendere le strutture, b) avendo già fatto l’esame e non dovendo più provare nulla a nessuno riuscivo a concentrarmi sul problema che avevo davanti in maniera rilassata. Per quanto sia affascinante la prima ipotesi, qualcosa mi dice che quella più vicina alla realtà sia l’altra.

Essere troppo nervos* e fustigarsi per l’esame imminente, specialmente se non rendete quanto dovete, peggiora soltanto la situazione. Citando Douglas Adams e la sua Guida galattica per autostoppisti, la prima cosa da fare è non farsi prendere dal panico. Davanti al libro dovete scordarvi tutto, esame, laurea, borse di studio, possibilità di andare a trovare il senso della vita su Marte, dovete soltanto avere come unico obiettivo quello di capire.

3) Routine

Prima di mettervi davanti al libro e scordarvi del resto del mondo che vi circonda, fatevi un programma di studio. L’ideale sarebbe avere un margine di una settimana dalla fine del programma al momento dell’esame, per ripetere quello che sapete o approfondire quello che ancora vi è oscuro.

Nei momenti di sconforto, mettere visivamente in evidenza quello che ho fatto, piuttosto quello che ancora manca, mi è molto utile. Trovate anche un posto che vi metta pace e tranquillità: può essere la biblioteca del vostro paese, ma anche una stanza di casa vostra. L’importante è che possiate sparirci dentro quando studiate.

Datevi degli orari fattibili: se quattro ore di fila non le reggete senza perdervi in disquisizioni sul senso della vita, fate unità da 45 minuti, come spiega Una Snob in questo bellissimo articolo che offre una guida pratica allo studio – l’ho seguita parzialmente e con me almeno ha funzionato.

Soft-Revolution-Consigli studio punto 3

Illustrazione di Marina Cicero

4) Scrivete

Se avete problemi a concentrarvi non avete scelta: per non rileggere dieci volte la stessa cosa e continuare a chiedervi da dov’è uscita fuori, dovete schematizzare. Fornitevi di nuovo di pennarellini colorati e cercate di rielaborare quello che avete sul libro, cercando di buttarlo giù nella forma più comprensibile.
Ricopiare pari pari non serviva nemmeno alle scuole elementari, provate a fare una mappa concettuale piuttosto – ovviamente, alla prima lettura non vi verrà qualcosa di completo su cui studiare in seguito, ma è un punto di partenza.

Soft Revolution-Consigli studio punto 4

Illustrazione di Marina Cicero

5) Se potete, seguite le lezioni (e state attent*)

Salvo cause di forza maggiore, andate a lezione e cercate di prendere degli appunti decenti. Il vantaggio è che potete studiare direttamente con quelli, integrando con i libri. Risparmierete tempo, perché chi insegna spiega quello che vuole ricordiate (quello che poi vuol sentirsi dire all’orale), ma soprattutto potrete confrontarvi con altr* student*, sentendovi quindi meno soli nell’universo e più distanti dal clima di fine del mondo che potreste sviluppare chiusi nel microcosmo della vostra cameretta.

6) L’interrogazione ad apertura di libro

Metodo che mi ha suggerito un’amica, particolarmente spietato. Consiste nel prendere il libro, o il quaderno di appunti su cui state studiando, aprirlo a caso, leggere una parola random e iniziare da lì a ripetere.

Visto che io mi sento scema a parlare da sola, e se nessuno mi ascolta perdo anche il filo, ho risolto riprendendo l’ennesimo foglio di carta e rispondendo per iscritto.
Se studiate materie scientifiche, questo è anche molto utile con le dimostrazioni dei teoremi – per padroneggiarle vanno scritte fino alla nausea.

Soft-Revolution-Consigli studio punto 6

Illustrazione di Marina Cicero

7) Siate onesti con voi stess*

Quando vi accorgete che state facendo più pause che altro, abbiate l’onestà di chiudere tutto, andare a fare quello che vi preoccupa / non vi sta facendo studiare (sia pure mangiare un gelato o guardare un telefilm) e tornare sui libri soltanto quando sarete nella condizione mentale di concentrarvici.

Tanto rimanere a fissare il quaderno non serve a niente, anzi: più tempo rimanete a non fare niente, più vi stancate (studi scientifici condotti sulla sottoscritta hanno dimostrato che ci si stanca più a fingere di fare qualcosa che a fare effettivamente qualcosa), meno possibilità avete di riprendere in maniera produttiva.

8) Ascoltate gli esami altrui

Il momento dell’esame, anche se non è il vostro, porta sempre con sé una carica di adrenalina non indifferente, quindi dovreste annoiarvi meno sentendo i vostri colleghi affrontare una prova che qualcuno ripetere il programma mentre studia. Inoltre, potete annotarvi le domande, ripassare mentre cercate le risposte e ritornare a studiare il giorno dopo con l’incentivo “questo avrebbe potuto chiederlo a me”.

Soft-Revolution-Consigli studio punto 8

Illustrazione di Marina Cicero


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