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Cose disgustose: il libro “Zone Umide”

Cose disgustose: il libro “Zone Umide”

71fRZl8jH4LDice la quarta di copertina: a ispirare Zone Umide è stata una passeggiata nel reparto prodotti per l’igiene intima di un supermercato.

Se cercate un po’ di opinioni in rete su questo libro probabilmente trarrete la conclusione che questo è un libro disgustoso.

Inserito fra i peggiori libri mai recensiti su Goodreads (in compagnia di illustri capolavori come Birth Control is Sinful in the christian marriages and also robbing god of priesthood children e Coming out Straight: understanding and healing homosexuality, insomma, mica bruscolini) massacrato a suon di una stelletta su cinque nelle recensioni su Amazon (“Mi aspettavo un libro erotico, nemmeno quello“), Zone Umide (in originale Feuchtgebiete, in versione cinematografica Wetlands) è uno smilzo e divertente libretto di 192 pagine che probabilmente sì, non vi risparmierà qualche conato durante la lettura.

È tutto ben chiaro fin dall’inizio:

Che io ricordi, ho sempre avuto le emorroidi. Per molti anni ho pensato che fosse meglio non dirlo a nessuno. Perché le emorroidi vengono solo ai nonni. Le ho sempre trovate così poco femminili.

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Wetlands, il film

Prendete il reparto igiene intima del supermercato, lo ribaltate, ci aggiungete parecchi strati di sesso, e boom: Zone Umide. L’esatto contrario dell’igiene. L’antitesi del profumo.

Helen finisce in ospedale per le sopracitate emorroidi e da lì, per tutta la durata del libro, ciao sapone. Ci sono le emorroidi, parecchi fluidi, pratiche “non ortodosse”, diversi odori non gradevoli, quintali di germi.

Probabilmente fra le tante cose disgustose che fa Helen c’è qualcosa che fate anche voi, il che non so voi ma a me ha pulito di molto la coscienza. Comunque. Questo libro è l’esatto contrario del profumo e soprattutto si impegna tantissimo per esserlo: i fatti non sono tanti (Helen viene ricoverata per le emorroidi, breve excurus su Helen prima, Helen perché, chi come e dove, operazione, post operazione, riflessioni di Helen a tutto campo) i dettagli al contrario abbondano: come pulire a dove un bagno pubblico dopo averlo usato, usi creativi dei fluidi corporei altrui, come evitare la doccia con grande maestria.

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Vedi alla voce, per favore prestate maggiore attenzione nei bagni pubblici

Non una “donna curata”.

Come se l’aggettivo “curata” racchiudesse in sé chissà quale significato. A scuola le ragazze così le chiamiamo figlie di dottori, anche se il padre non è un medico. Non so come facciano, ma sembrano sempre più pulite delle altre. Non c’è una parte del loro corpo che non sia levigata e profumata. Studiano ogni minimo dettaglio. Le donne curate hanno capelli, unghie, labbra, piedi, viso, pelle e mani trattati in modi particolari: tinti, allungati, truccati, esfoliati, tirati, depilati, unti di crema.

192 pagine. Qualche conato, ma molto divertimento. Mettete via quel sapone.


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