Il ritorno delle Sleater-Kinney

Sono passati otto anni, quasi nove. Era il 2006 quando le Sleater-Kinney annunciarono al mondo la fine della loro avventura come band. Il 4 agosto si esibirono per l’ultima volta assieme, al Lollapalooza Festival di Chicago.

Ci sentiamo fortunate ad aver avuto nel corso degli anni il supporto di persone straordinarie. Vogliamo ringraziare chi ha lavorato con noi, scritto belle parole su di noi, suonato con noi e chi ci ha ispirate. Ma soprattutto vogliamo estendere la nostra gratitudine anche ai nostri splendidi fan. Siete stati parte della nostra storia fin dall’inizio. Non avremmo potuto fare la nostra musica senza il vostro entusiasmo, la vostra passione e la vostra lealtà. Siete voi che avete reso questo viaggio degno di essere vissuto.

L’anno prima di prendersi questa “pausa”, Corin Tucker, Carrie Brownstein e Janet Weiss avevano pubblicato il loro settimo album, The Woods (per Sub Pop). Corin stava allora crescendo suo figlio, e chi si aspettava che le SK si sarebbero concesse per questo motivo una svolta verso sonorità più quiete e melodiche, dovette ricredersi quando si trovo nello stereo questo concentrato di emotività e aggressività.

Avevano tra i 30 e i 40 anni, ed erano intenzionate a dismettere, almeno in sala di registrazione, i ruoli che portavano avanti nelle vite di tutti i giorni; urlare le paure che avevano, assieme alla rabbia che provavano. Un album che si espande man mano che ci si addentra nel suo ascolto. Una furia. Dove Corin si conferma sirena spaccacuore col suo canto che è quasi un lamento, Carrie crea la materia e la distrugge con i suoi lunghi assoli e Janet, assestando colpi sempre più forti e precisi, diventa la nostra imprescindibile guida all’interno del bosco.

The Woods è da molti considerato il loro album migliore, quello che si avvicina di più ai primi, per onestà e potenza espressiva. Un album che quando uscì, finì al secondo posto della classifica di Billboard per i migliori album indipendenti, e che al momento dello scioglimento del trio aveva venduto 73000 copie negli Stati Uniti. The Woods ci aveva fatto sperare che il trio punk di Portland ci avrebbe accompagnato per sempre, nel corso degli anni. Invece, nel 2006, finì tutto. E noi ci ritrovammo orfani, tristi e imbronciati.

Com’era iniziata, in breve

Le Sleater-Kinney si chiamano in questo modo per via di Sleater-Kinney Road, una strada poco fuori Olympia (precisamente a Lacey, Washington) dove era ubicata la loro prima sala prove. Si formarono nel 1994, quando Corin Tucker e Carrie Brownstein (che andavano entrambe all’Evergreen State College di Olympia e avevano una relazione) smisero di suonare rispettivamente con Heavens to Betsy e Excuse 17, per dedicarsi ad un progetto condiviso.

Suonavano entrambe la chitarra. Nessuna delle due aveva intenzione di cambiare strumento per dedicarsi al basso, e andò così, che rimasero un trio con due chitarre. Corin non aveva l’esperienza di Carrie, che veniva da una band che aveva due chitarriste e un batterista, ma questo non le impedì di sviluppare uno stile personale, anzi stimolò la creatività del gruppo, portandolo alla ricerca di un proprio stile distintivo.

Per festeggiare la laurea di Corin erano volate in Australia, e qui l’ultima notte, assieme all’amica Lora Mcfarlane registrarono quello che sarebbe diventato, l’anno dopo, il loro omonimo debut, Sleater-Kinney. Seguirono nel 1996 Call the doctor (per Chainsaw Records, un’etichetta queercore indipendente di Portland) e nel 1997 Dig me out (per Kill Rock Stars, anch’essa etichetta indipendente, con forse più possibilità di distribuzione). Dopo l’uscita di Call the doctor, entrò a far parte della band Janet Weiss (cui avevano passato il testimone oltre a Lora, anche Misty Farrell e Toni Gogin), di fatto “il tassello mancante”, ciò che mancava alla band per diventare mito.

Seguirono il cupo The hot rock (1999), che fece uscire di testa il critico di Esquire Greil Marcus, il quale disse della band che era la migliore al mondo; All hands on the bad one (2000), nominato agli Gay and Lesbian Alliance Against Defamation Awards come Outstanding Music Album; e il più esplicito dal punto di vista politico, One beat (2002).

Dopo lo scioglimento

Dopo il 2006, Corin ha avuto una figlia e realizzato un album da solista, con la Corin Tucker Band, 1000 Years, seguito due anni dopo da Kill the blues. Entrambi sono usciti per Kill Rock Stars.

Armisen e Brownstein in uno dei numerosi sketch di Portlandia (prima stagione)

Armisen e Brownstein in uno dei numerosi sketch di Portlandia (prima stagione)

Prima che la band si sciogliesse, Carrie aveva già dato avvio a una parallela attività di scrittrice per magazine musicali. Nel 2009 ha firmato un contratto per la pubblicazione di un suo libro che racconterà come si è evoluto il rapporto tra fan e musicista con l’avvento dei talent, il fallimento dei negozi di dischi e la diffusione degli iPod. Lo pubblicherà (in data ancora da destinarsi) con Ecco/Harper Collins, e avrà come titolo The sound of where you are.

Assieme a Fred Armisen ha creato nel 2011 Portlandia, una sketch comedy arrivata alla quarta stagione, incentrata sulla vita di Portland, in Oregon, costrellata di guest star come St.Vincent, J Mascis, Eddie Vedder, Colin Meloy, Jeff Goldblum, Steve Buscemi, Kyle MacLachlan e Chloe Sevigny, per dirne alcuni. Tra lei e Fred c’è uno splendido rapporto, platonico, per i quali entrambi hanno dichiarato sia una delle relazioni più intime, funzionali, romantiche e non sessuali che abbiano mai avuto.

Nel 2010 assieme a Janet Weiss, Rebecca Cole (ex The Minders) e Mary Timony (ex Elium) ha formato le Wild Flag: l’anno successivo è uscito il loro omonimo album (per Merge Records).

Janet Weiss faceva parte dei Quasi dal 1993. Dopo lo scioglimento delle SK ha raggiunto la collega Joanna Bolme nei Stephen Malkmus and the Jicks. Ha suonato con loro in due album, dopodiché ha lasciato la formazione. Si è esibita anche con i Bright Eyes (pure da Letterman, nel 2007).

E ora?

Sleater-Kinney Band Photo

 

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Credeteci o meno, sono tornate! Carrie, Corin e Janet hanno annunciato che il prossimo 19 gennaio uscirà il loro nuovo album, No cities to love. La notizia ha fatto venire un attacco di cuore a mezzo pianeta, ed è stata accompagnata dal singolo-mina, Bury our friends, il cui videoclip, visibile qui sotto, è stato realizzato da Miranda July (che aveva già collaborato col gruppo per Get up). Hanno fissato le date di un tour che comprende anche l’Europa, e forse anche per noi mortali italiani sarà possibile vederle dal vivo a pochi km da casa. A proposito del disco hanno dichiarato che se suonano come “possedute” un motivo c’è: avevano voglia di tornare, voglia di resuscitare una band che per loro ha significato moltissimo.

MARZO 2015
18 Berlino – Postbahnhof
19 Amsterdam – Paradiso
20 Parigi – Cigale
21 Anversa- Trix
23 Londra – Roundhouse
24 Manchester – Albert Hall
25 Glasgow – O2 ABC
26 Dublino – Vicar Street

Sleater-Kinney Band Photo

5 canzoni femministe delle Sleater-Kinney (una selezione)

#1 MUST HAVE
…And i think that I sometimes might have wished
for something more than to be a size six
But now my inspiration rests
in-between my beauty magazines and my
credit card bills

I’ve been crawling up so long on your
stairway to heaven
And now i no longer believe that i wanna get in
And will there always be concerts where
women are raped
watch me make up my mind instead
of my face…

CALL THE DOCTOR
…Your life is good for one thing
you’re messing with what’s sacred
they want to simplify your needs and likes
to sterilize you

this is love and you can’t make it
in a formula or break me
i’m your monster i’m just like you
all my life is right before you…

THE BALLAD OF A LADYMAN

…They say I’ve gone too far
With the image I’ve got and
They know I’d make a mint
With new plastic skin
And a hit on the radio!
Oh, tempations of a Ladyman…

GET UP
…Do you think I’m an animal?
Am I not?
Do you like fur
Do you wanna come over
Are we captive only for a short time
Is there splendor, I’m not ashamed…

I’M NOT WAITING
…I’m not waiting
till I grow up
i’m not waiting
till I grow up
to be a woman…


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