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Piccole lezioni di ecologia: “La Città dei F...

Piccole lezioni di ecologia: “La Città dei Fiori” di Eveline Hasler e Stepan Zavrel


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C’è una piccola città che non ha niente di speciale, ma dove gli abitanti amano moltissimo i fiori, che crescono dappertutto. Un giorno il sindaco proibisce che vengano coltivati fiori e piante, che considera una perdita di tempo, e la città si intristisce, diventando grigia e noiosa. Seguendo una farfalla apparsa all’improvviso, una sera alcuni bambini scoprono il “cimitero dei sogni”, un giardino segreto dove gli impiegati comunali avevano trapiantato tutti i fiori e le piante, disubbidendo al sindaco che aveva ordinato loro di sradicarli e distruggerli. Lì crescono fiori meravigliosi e abitano farfalle coloratissime. I bambini decidono quindi di ribellarsi all’ordinanza del primo cittadino,e anche grazie ad un temporale fortuito che sparge i semi dei fiori sulla città, riescono a riportare i colori e l’allegria nella comunità.

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Questa è la trama di La città dei fiori (Bohem Press, 1987), scritto da Eveline Hasler e illustrato da Štěpán Zavřel. Hasler è una scrittrice svizzera per l’infanzia che ha pubblicato alcuni libri nella collana “Il Battello a Vapore” (ricordo la collezione di racconti Un sacco di nulla); Zavřel è un illustratore nato a Praga e trasferitosi in Italia, dove nel 1989 ha fondato la Scuola Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia a Sàrmede, in cui si era stabilito nel 1968.

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La storia, indirizzata ai più piccoli, educa al rispetto dell’ambiente e all’importanza delle “piccole cose”. La meraviglia dei bambini quando scoprono il giardino è la stessa che il sindaco ha voluto bandire in nome della produttività, e questo è quel che vuol dirci il libro: non lasciare che il progresso e la crescita (sia economica che personale) ci rendano incapaci di stupirci e di vedere la bellezza in ciò che ci circonda, non sottovalutare l’importanza della natura e delle cose che ci rendono felici, non tacere di fronte a un’ingiustizia, anche se a commetterla è qualcuno di grande e potente.
Il messaggio, reso già chiaro dalla prosa di Hasler, è rafforzato ancor di più dalle splendide illustrazioni di Zavřel. I toni grigiastri e sbiaditi con cui ritrae la città non potrebbero contrastare di più con i meravigliosi colori delle farfalle e dei fiori, creando un impatto visivo tale da rimanere impresso anche ai lettori più piccoli, che non sanno ancora leggere e sfogliano il libro soffermandosi principalmente sui disegni.

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Di sicuro questa storia ha avuto un impatto fortissimo su di me. Trovai il libro fra una pila di riviste mentre, annoiatissima, aspettavo che la parrucchiera finisse di tagliare i capelli a mia madre. Avrò avuto al massimo sei anni, e naturalmente non pensai di mostrarle il libro. Continuai a pensare a quei vividi colori per molto tempo, e a un certo punto pensai di averli sognati, insieme alla noia e alla parrucchiera. Immaginate la mia sorpresa nel ritrovare, dopo circa dieci anni, quegli stessi colori e quella poesia fra le stanze di una mostra di illustrazione per l’infanzia. Poter finalmente “dare un nome” a quel libro e perdersi nei dettagli delle tavole originali è stato come aver ritrovato un ricordo, inaspettato ed emozionante.

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