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DIY: Come comporre un albero domestico

DIY: Come comporre un albero domestico

Da bambina mi spiegavo l’esistenza degli alberi in questo modo: Dio fa il mondo e l’ultimo giorno spuntano dalla terra enormi mani a rendere grazie al loro creatore per la meraviglia del tutto. Infinite falangi tese verso il cielo, dita che poi a primavera si copriranno di foglie e fioriranno.

Crescendo, mi è rimasta un’attrazione istintiva verso i tronchi, i rami, le foglie che pur diverse una a una conservavano in sé il disegno di un frattale perfetto. E ho iniziato a portarmeli a casa. Ho libri e cataloghi che traboccano di foglie e petali, di ogni capitale straniera ricordo qual è il mio albero preferito e da ogni città che visito porto altra flora; in poche parole, i miei libri nascondono un infinito fogliame.

Evoluzione naturale di tutto ciò è stata voler aver un bosco tutto mio dentro la mia stanza, e se l’idea può apparire assai stramba, nei fatti è semplicissima: si prendono le foglie e le si attaccano al muro. Se lasciate prima seccare dentro un libro si avrà un effetto più lineare e stilizzato, se lasciate invece accartocciare all’aria il risultato finale sarà maggiormente tridimensionale ed evocativo.

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Muro addobbato nella mia vecchia casa

Passo successivo è costruire il proprio albero personale. A 20 anni trovai un lungo tronco pieno di rami e rametti per strada, me lo portai a casa e lentamente iniziai ad addobbarlo. Prima di tutto foglie, poi, per farlo fiorire, tutti i miei fiori per capelli, la corona d’alloro della mia laurea, un cumulo di stelline sonanti che scendono da un filo che, assieme alla mia lampada (luna di Ikea), mi permettono di stare sotto un cielo stellato anche dentro casa.

Certo il tempo passa, negli anni ho cambiato casa – e mi sono portata a piedi da un trasloco all’altro il ramo con la gente che mi guardava come una pazza – molti rametti si sono accidentalmente spezzati ed è meno appariscente dell’inizio, ma è sempre bello, e il giorno che avrò una stanza tutta mia me lo porterò dietro e lo arricchirò di altre fronde. In fondo, si sa, vivere in città ed essere circondati dal verde diventa ogni giorno sempre più difficile: e allora perché non crearsi un bosco a casa?

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Allestimento nella mia casa attuale (sinistra), e nella casa vecchia (destra)


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  1. vale

    27 Marzo

    avete degli articoli eccezionali nel blog, interviste interessanti, riflessioni profonde, ho giá comprato il primo bellissimo libro di Hilda dopo averne letto la recensione…ma questo? un articolo per presentare ‘sto feticcio marcescente addobbato di nastri e strafanti vari? ce n’era proprio bisogno?

  2. Veronica Vituzzi

    27 Marzo

    Il mio feticcio marcescente ringrazia la tua estrema cortesia. Se è rovinato è perché ha ormai una decina di anni e un trasloco alle spalle, nonché me che mi sveglio la mattina e spesso ci vado a sbattere con la testa, e vedo le stelline (reali). L’idea dell’articolo è proporre uno spunto che poi ognuna può sviluppare a modo suo; il risultato nel mio caso è lo stesso del viso di una donna che invecchia, ma proprio come certi volti pieni di rughe ci sono estremamente affezionata dato che è cresciuto insieme a me, e questo è quanto.

  3. IlariaM

    28 Marzo

    E’ un articolo che racconta di una bella idea. A me è piaciuto. Perché scrivere sempre e soltanto di ciò che c’è bisogno?

  4. vale

    28 Marzo

    il mio commento era solo teso a sottolineare l’abisso qualitativo tra gli articoli che ho citato e profondamente apprezzato, benché nemmeno loro rispondano ad alcun bisogno cara ILARIAM, e questo…

  5. Veronica Vituzzi

    28 Marzo

    Diciamo che se non ti piace proprio il Mio Albero sei liberissima, come ho già scritto è rovinato dagli anni, se non ti piace l’idea, beh, ma che c’è di male a suggerire alla gente di attaccare delle foglie al muro o portarsi un ramo a casa e addobbarlo?

  6. giulia

    31 Marzo

    Gentilissima Vale, questo feticcio marcescente mi ha dato l’ispirazione per averne uno a mia volta e arredarci la camera, che vorrei fosse tutta a tema floreale/boschivo.

    E d’altronde, anche del tuo commento,ce n’era proprio bisogno?

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