Se anche voi fate parte del club delle persone che guardano con un pelo di nostalgia ai tempi in cui era appena uscito Crazy For You, il delizioso esordio su lunga distanza di Best Coast, è probabile che Zentropy [Double Double Whammy, 2014] di Frankie Cosmos possa diventare il disco che vi allieterà in questi mesi di progressiva cottura al sole.
Laddove la creatura di Bethany Cosentino è andata perdendo mordente, lasciandoci a bocca asciutta con i due dischi The Only Place e Fade Away, Greta Kline, la mente del progetto Frankie Cosmos, propone una formula simile con freschezza. Ad un primo ascolto, difatti, le due musiciste paiono gravitare attorno ad un formato sonoro simile: brani squisitamente pop che richiamano i girl groups degli anni ’60, il tutto in un mare di gentili fuzz.
Greta Kline ha solo 19 anni, ma la sua pagina bandcamp pullula di “album” – sono più di 40 – o meglio raccolte di registrazioni domestiche, che le conferiscono un certo status nel mondo delle musiciste da cameretta. Non a caso Greta ha dichiarato di essere cresciuta ascoltando Liz Phair – la regina del genere – durante i giri in auto con sua madre.
Un’altra forte influenza sul suo suono, stando a quanto Greta ha raccontato a Pitchfork, è quella dei Beat Happening e della K Records, entrambe creature di Calvin Johnson universalmente riconosciute come portatrici del potere di tramutare le persone “non-supertecniche” in musicisti veri (“se loro possono registrare dischi, allora lo posso fare anch’io”). Non stupitevi dunque se Zentropy dovesse farvi un effetto simile.
Greta ha dichiarato di avere la tendenza a trasformare le esperienze negative (e non) della sua vita in canzoni, onde affrontarle e ricavarne qualcosa di buono. Un atteggiamento a dir poco apprezzabile che, unitamente al prodotto finale Zentropy, si merita il bollo di approvazione di Soft Revolution.
(foto di Allyssa Yohana)
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