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“La purga”, il romanzo capolavoro di Sofi Oksanen

Guarda da questa parte. Guarda me.
L’uomo smise di conversare si voltò verso di loro, e nello stesso istante Ingel si voltò per vedere cosa tratteneva Aliide, e proprio allora il sole colpì la crocchia di capelli della sorella e – no, no! guarda me! – Ingel raddrizzò il collo, lo faceva spesso e quando lo faceva sembrava un cigno, sollevò il mento, e fu allora che si videro, l’uomo e Ingel. Aliide comprese immediatamente che l’uomo non avrebbe mai visto lei.

edito da Guanda

edizione italiana di Guanda

La purga è il terzo romanzo della scrittrice Sofi Oksanen. Oksanen, ancora poco conosciuta in Italia (anche se recentemente è stata tra i cinque vincitori del Premio Salerno Libro d’Europa con il romanzo Quando i colombi scomparvero) è una vera celebrità nel suo paese, la Finlandia.

Nato inizialmente come opera teatrale e messo in scena nel 2007 dal Teatro Nazionale Finlandese, La purga è il romanzo che ha lanciato l’autrice nel panorama letterario internazionale e rappresenta (per adesso) il suo capolavoro. Con questo libro infatti Oksanen ha fatto incetta di riconoscimenti, vincendo il Premio Finlandia nel 2008, il Premio Runnberg nel 2009 (per il quale era stata già nominata con il suo primo romanzo, intitolato Le vacche di Stalin) e infine, nel 2010, il prestigioso Nordisk råds litteraturpris, premio assegnato a scrittori di provenienza scandinava di alto livello artistico e letterario.


Oksanen è finlandese ma di madre estone
e i rapporti tra questi due paesi saranno sempre al centro della sua produzione, un tema oltremodo sensibile considerata una certa connivenza politica da parte della sinistra finlandese nei confronti dell’Unione Sovietica, anche dopo il suo crollo. Oltre che autrice e drammaturga, Oksanen è anche un’attivista LGBT, una voce autorevole nei dibattiti del suo paese sui diritti civili e dichiaratamente bisessuale.

Nei suoi primi due libri (il già citato Le vacche di Stalin e Baby Jane), Oksanen tocca già i temi fondamentali della sua letteratura: la sessualità, la storia dei rapporti fra Finlandia ed Estonia, le differenze di genere, l’integrazione fra popoli e i lati oscuri delle dinamiche familiari. Con La purga, tutte le tematiche vengono approfondite ed inserite nella cornice particolarmente nobile del romanzo storico, attraverso una prospettiva di genere.

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Illustrazione di Sara Zanello

L’arco narrativo del romanzo copre circa sessant’anni, si parte dal 1936 e si arriva al 1992, in Estonia, senza unità cronologica. L’utilizzo della terza persona sembra rispondere a due esigenze fondamentali: una squisitamente narrativa, poiché permette di saltare da un personaggio all’altro, nel tempo, mantenendo un punto di vista neutrale, e l’altra è quella evocativa, poiché serve come eco, come rimando alla spersonalizzazione che l’Unione Sovietica imponeva ai popoli che invadeva.

In entrambe le linee temporali, la protagonista assoluta è Aliide, che ci viene presentata, nel 1992, come una donna anziana e sola. All’improvviso nella sua casa irrompe una giovane allo strenuo delle forze, Zara, che sembra arrivata da lei casualmente, scappando da un marito violento.

In realtà, il presente di Zara è legato al passato di Aliide, che ci viene raccontato nella seconda parte del libro. Ci viene quindi presentata la giovinezza di Aliide, in un’Estonia ancora libera. Aliide vive all’ombra della sorella Ingel, che invidia e considera più bella di lei, più brava di lei in tutto, più amata e coccolata dal resto della famiglia. Cerca quindi la sua realizzazione nell’amore, nella speranza di una vita di coppia che finalmente la appaghi e l’oggetto del suo desiderio diventa un uomo di nome Hans.

Hans, però, si innamora proprio di Ingel spezzando il cuore di Aliide e facendo crescere dentro di lei l’odio che nutre nei confronti della sorella, odio che cela agli occhi del mondo e che le avvelena il cuore, mentre continua a mostrarsi disponibile e affettuosa. Hans e Ingel hanno anche una figlia, Linda, Aliide invece è ancora sola e assiste, frustrata, alla felicità della loro famiglia. Sullo sfondo, inizia l’invasione e, con essa, la resistenza. Entrambe entreranno prepotentemente nella vita dei protagonisti.

Hans si aggrega al gruppo di resistenti chiamati “fratelli della foresta”. Aliide e Ingel, per nasconderlo, costruiscono una minuscola stanza segreta in casa, dove Hans sarà costretto a rifiugiarsi. Presto, lo stanzino diventerà la sua prigione. Per trovare Hans, i comunisti fermano Aliide e Linda, le interrogano, le torturano e ne abusano (in particolare, Aliide sarà costretta anche a partecipare alla totura ai danni di Linda). Aliide, consumata dall’odio e sconvolta dalla violenza, decide quindi di compiere delle azioni volte a salvaguardare solo se stessa e ovviamente il suo amore, Hans, ancora nascosto nello stanzino.

Pur non amandolo, sposa un funzionario comunista, Martin, il quale può garantirle una protezione. Aliide si servirà anche di Martin per “vendicarsi” di Ingel: venderà sia lei sia la piccola Linda ai comunisti, facendo in modo che le due vengano spedite in Siberia. Aliide mette in atto questo folle piano sperando che Hans, trovandosi senza altra sponda emotiva, possa se non altro cominciare a nutrire dei sentimenti di gratiduine nei suoi confronti, ma l’unica cosa che ottiene è ancora indifferenza e altra infelicità.

Dopo molti anni, quando Zara arriva da lei, Aliide si sente da tempo rassegnata ad una vita vuota, non essendo mai riuscita nemmeno ad instaurare un rapporto con la figlia avuta da Martin, prima che quest’ultimo morisse. Quello che Aliide non sa è che Zara può darle qualcosa, non propriamente la possibilità di riscattarsi, quanto più la possibilità di una catarsi (il titolo originale del romanzo è d’altronde Puhdistus, un termine traducibile anche come catarsi o pulizia).

Non vi svelo il finale, ma vi dico una curiosità. Alla fine del romanzo ci sono alcuni comunicati redatti da vari uffici sovietici, risalenti agli anni ’40, in cui vediamo la ricostruzione degli eventi dal punto di vista del paese oppressore, che osserva tutti e tiene tutto sotto controllo. Un particolare che pare irrilevante, ma che invece impreziosisce il romanzo, ricollocando i suoi personaggi in una macro-narrazione, in una storia più grande che indirizza le azioni individuali ma, nel complesso, le trascende totalmente.


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