52 films by women: giugno in costume

Cecilia ha deciso di accettare la sfida 52 films by women e guarderà (almeno) un film diretto da una donna ogni settimana del 2016. Ogni mese, ci racconterà quello che ha visto. Puoi leggere tutti i post qui.


La Governante [The Governess] – Sandra Goldbacher (1998)
Viola di Mare – Donatella Maiorca (2009)
The Golden Era – Ann Hui (2014)
Storie d’amore proibite: il cavaliere e la zarina [Le Secret du Chevalier d’Éon] – Jacqueline Audry (1959)
La Ragazza del Dipinto [Belle] – Amma Asante (2013)

L’arrivo dell’estate implica un crollo verticale della mia voglia e capacità di fare qualsiasi cosa, dunque i film di questo mese sono pochi – ma buoni – e caratterizzati da un tema in comune: sono tutti film in costume. Non da bagno, bensì d’epoca.

Il 1700 è rappresentato da due film provenienti da sponde opposte della Manica: Storie d’amore proibite: il cavaliere e la zarina, titolo italiano pulp del film di Jacqueline Audry, e La Ragazza del Dipinto, diretto da Amma Asante.

Entrambi i film hanno al centro due protagoniste la cui vita procede in un crocicchio di ambivalenze (legate alla presentazione del genere nel caso francese, alle origini etniche nel caso inglese): il Cavaliere d’Éon del titolo originale è giovane donna obbligata fin dalla nascita a vivere come un uomo per assicurare alla propria famiglia l’eredità di un vecchio zio; Dido Lindsay, la protagonista di La Ragazza del Dipinto, è la figlia di un aristocratico britannico e di una donna africana costretta in schiavitù, la cui famiglia paterna la ama e sfida le convenzioni finché possibile, vale a dire finché non si tratta di andare contro il «pubblico decoro», e il cui ambiente la rispetta e allo stesso tempo la svilisce per le sue origini.

La pellicola di Jacqueline Audry tradisce il periodo storico in cui è stato realizzata e il genere a cui appartiene: si tratta di una godibile commedia brillante in cui di davvero sovversivo c’è poco; anche il personaggio della zarina Elisabetta, di certo moderno per l’epoca, oggi mostra qualche lato d’ombra. Particolare singolare: la persona reale che ha ispirato il Chevalier d’Éon del film è un personaggio forse più interessante della sua controparte fittizia ed è possibile che nella sua vita davvero ci fosse un elemento di fluidità di genere.

Il genere maschile di d’Éon – di cui peraltro non si conoscono relazioni intime né sentimentali né sessuali – non fu mai messo in discussione per la prima parte della sua vita; pur avendo iniziato a vestirsi da donna per ragioni strategiche (rendere credibile l’incapacità di intendere e di volere invocata durante un’indagine per alto tradimento), e avendo continuato in ossequio a una condizione del Re di Francia per poter tornare in patria, alla fine della sua vita d’Éon non smise di indossare abiti femminili, nonostante non fosse più reso necessario da circostanze esterne.

La Ragazza del Dipinto, invece, segue più da vicino gli eventi reali su cui è basato; oltre a raccontare con grazia una storia mai trattata prima (per fortuna non è il millesimo film biografico su Anna Bolena o il milionesimo adattamento di Dickens), poi, l’opera di Amma Asante ritrae anche un importante momento storico e sociale: il prozio di Dido, Lord Mansfield, è il Lord Justice d’Inghilterra a cui spetta decidere l’esito di un caso che determinerà se la pratica della schiavitù possa avere basi legali – una sentenza importante su più di un livello per la nostra protagonista.

This photo released by Fox Searchlight shows Gugu Mbatha-Raw, left, as Dido Elizabeth Belle and Sarah Gadon as Lady Elizabeth Murray, in a scene from the film, "Belle." The movie releases in US theaters on Friday, May 2, 2014. (AP Photo/Fox Searchlight, David Appleby) ORG XMIT: CAET339

La ragazza del dipinto di Amma Asante

La Governante, scritto e diretto da Sandra Goldbacher, e Viola di Mare, di Donatella Maiorca, ci accolgono nell’Ottocento.

Nel primo film, Rosina da Silva è una giovane donna ebrea il cui padre muore all’improvviso, lasciando la famiglia in difficoltà economiche; invece di sposare un ricco pretendente, Rosina decide di lavorare come governante (di fede cristiana). La figura di Rosina sembra essere una commistione ben riuscita di due personaggi di George Eliot – la trascinante Gwendolen Harleth e la mite Mirah Lapidoth, nel romanzo Daniel Deronda – ed è un piacere assistere alla sua crescita interiore, ma la sceneggiatura pecca di una certa superficialità in alcuni frangenti, che purtroppo ne diminuisce la verosimiglianza.

Nonostante una colonna sonora quasi sempre fuori posto (una vera occasione perduta), Viola di Mare è stato una piacevole sorpresa, soprattutto dopo aver visionato il tremendo trailer. Angela e Sara, le protagoniste del film italiano di questo mese, sono innamorate, una situazione che la società non rende facile oggi, figuriamoci durante il XIX secolo. Come il Cavaliere d’Éon, anche Angela viene costretta dalle circostanze ad assumere un’identità che non le appartiene, ed è interessante vedere come in entrambi i casi «essere un uomo» apra nuove libertà ma allo stesso tempo diventi una prigione.

The Golden Era di Ann Hui

The Golden Era di Ann Hui

The Golden Era, di Ann Hui, è ambientato tra gli anni ’20 e ’40 del Novecento, uno dei periodi più tumultuosi per la Cina moderna. Love in a Fallen City (l’altro film di Ann Hui di cui abbiamo parlato a marzo) era tratto da un racconto di Eileen Chang, The Golden Era invece si ritrae la vita di un’altra celebrata autrice cinese, Xiao Hong, e sul suo milieu.
Xiao è una personalità determinata e fiera, che decide della propria esistenza a prezzo di grandi sacrifici personali, raggiunge un buon successo letterario e muore a soli trentun anni; i suoi ultimi anni sono legati all’ascesa del Partito Comunista, ma Hui mantiene lo scenario storico sullo sfondo e si concentra sulle relazioni interpersonali dei personaggi, in modo da non appesantire troppo la narrazione già densa di questo capolavoro.

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