Kim Gordon è una delle nostre idole e oggi, 24 febbraio 2015, è un ottimo giorno per celebrarla.

Nota in primis come bassista dei Sonic Youth, l’artista newyorkese è una vera e propria icona, nel mare magno dell’indie rock. Oltre ad aver militato in una delle band più influenti degli anni ’80 e ’90, Kim è sempre stata aperta alle collaborazioni con artisti visionari del calibro di Yoko Ono, Lydia Lunch e Jim 0’Rourke. Attualmente, è impegnata con il progetto noise Body/Head. E come se non bastasse, è stata anche visual artist, fashion designer e produttrice.

Kim è una di quelle donne il cui talento artistico, impegno politico e misuratezza hanno influenzato generazioni intere di appassionati di musica. Considerata alla stegua di madrina all’interno del defunto movimento riot grrrl, ha anche rappresentato un saldo punto di riferimento per orde di ragazze impegnate in ambito musicale, soprattutto in contesti dominati dagli uomini.

L’artista newyorkese compare in tutto il suo splendore femminista all’interno della pagina sintetizzante il senso di Soft Revolution. Tale è il senso di riconoscenza che proviamo nei suoi confronti.
Questa per noi è un’ottima giornata, che attendevamo ormai da svariate settimane, perché è quella che segna l’uscita del suo memoir, Girl In a Band.

Abbiamo conosciuto Kim soprattutto attraverso la sua musica e leggendo, di tanto in tanto, un’ottima intervista catturante le sue considerazioni. Trattandosi però di un’artista tutto sommato riservata, che ha lungamente preferito che fossero le sue opere a parlare, accogliamo con enorme piacere la possibilità di confontarci con il modo in cui ha scelto di raccontare le sue esperienze, in particolar modo quella di “ragazza della band”.