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Lasciatemi piangere i capelli bianchi (che non ho)

Lasciatemi piangere i capelli bianchi (che non ho)

Illustrazione di Laura Vivacqua

Illustrazione di Laura Vivacqua

Quando dico, con rammarico, “non avrò mai i capelli bianchi!”, riesco sempre a guadagnarmi un’occhiataccia. L’occhiataccia in questione, di solito, si basa su due diverse giustificazioni:

1. il mio interlocutore (o interlocutrice) pensa che io stia “fishing for compliments”, ovvero che finga di lamentarmi di qualcosa di positivo per ottenere in cambio rassicurazioni e complimenti;

2. il mio interlocutore (o interlocutrice) pensa che io sia fuori di testa.

Non è certo una casualità che i capelli bianchi, simbolo degli anni che avanzano, siano temuti come una malattia in una società votata all’eterna giovinezza come la nostra, che preferisce l’irrazionalità dell’adolescenza al senno dell’età matura. Non sono invece sicura che NON sia una casualità che a me i capelli bianchi piacciano. Chissà se la penserei così anche senza la mia, di adolescenza, e tutte le ore buttate a fantasticare di quando, con una chioma ormai candida, avrei potuto tingere i capelli di qualsiasi colore volessi, verde e rosa compresi. Certo, i capelli li ho tinti di verde e rosa comunque, e ben prima di arrivare ad un’età avanzata, ma non senza spesa né fatica. Se non avete mai giocato con acqua ossigenata e decolorante non sapete di cosa sto parlando.

Fatto sta che a me i capelli bianchi piacciono, così come la fase intermedia: il brizzolato. Mi piacciono sugli uomini, mi piacciono sulle donne, mi piace immaginarli anche su di me. Se non che, causa geni familiari dall’ottima resistenza, dubito li vedrò mai davvero nel riflesso dello specchio.

Ora, converremo tutti che non si tratta di chissà che maledizione, questo è indubbio. Mi innervosisce ben più la reazione dell’interlocutore del caso della realtà dei fatti. Quello sguardo di traverso che suppone sempre una bugia nelle mie parole. Perché è impossibile che io possa trovare desiderabile una testa bianca, o brizzolata che sia.

Quello sguardo è lo stesso che accompagna il “ma stai così bene!” e il “vorrei avere io il tuo fisico/i tuoi zigomi” che mettono fine a qualsiasi discorso che veda una ragazza magra invidiare qualche chilo in più, una femminile invidiarne una figura più androgina ecc.

Perché qualcuno che è stato “graziato” da un tratto che, universalmente, viene considerato positivo non può sviluppare un gusto proprio, personale, distaccato dalla norma mainstream. Perché l’orgoglio di un’estetica diversa, personale, unica, può essere giustificato soltanto dalla necessità di accettare un corpo diverso, unico e difforme della norma. Perché l’orgoglio non è reale, ma soltanto una difesa, e in quanto tale deve essere passivo e non attivo. Non deve toccare qualcosa di già esistente, e conforme.

Ma, come recita una delle frasi più famose del movimento femminista: il corpo è mio e lo gestisco io. O, come ho sentito più di recente: ognuno ha diritto a rovinarsi come vuole. Rovinarsi rispetto al canone di bellezza mainstream, che sia chiaro.


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  1. Valeria

    25 Febbraio

    I capelli bianchi. Ho 32 anni e da un annetto circa si vedono: sono usciti soprattutto al centro della mia testolina, molto evidenti.
    Per un po’, li ho lasciati stare.
    Ho capelli fragili e vicissitudini mediche che li indeboliscono, aggiungerci anche la tinta chimica del parrucchiere avrebbe significato rimanere calva, e poi, sinceramente, non mi davano alcun fastidio.
    Come le primissime rughe attorno alla bocca, sono il segno che il tempo è passato, io sono ancora viva e sto pure bene: mi stavano simpatici.
    Però poi la pressione sociale è aumentata a dismisura.
    Mia madre, le mie zie e tutte le donne sui 60 circa mi hanno rimproverata di essere poco curata, sciatta.
    Le mie amiche mi hanno rimproverata di “sembrare” vecchia, mentre con un viso come il mio posso agilmente “sembrare” più giovane (la mia risposta, di voler essere quella che sono, ha peggiorato le cose).
    Il parrucchiere, certo per interesse suo personale, mi ha fatto una filippica sui capelli (io ero andata solo per tagliarmeli) e sui colori, mi ha magnificato le sue tinte naturali, mi ha fatto sentire in colpa e brutta.
    Un mio amico, quando ha saputo che stavo per uscire con un ragazzo per la prima volta dopo molto tempo di singletudine, mi ha detto, con affetto: ok, va bene tutto, ma prima di uscirci il colore fattelo, mi raccomando! (non l’ho fatto e ho trovato un ragazzo rispettoso dei miei desideri relativi al mio corpo <3 )
    Alla fine, ho comprato l'hennè.
    Mi piace, è un buon compromesso: il rosso è stupendo (quindi lo faccio perchè mi piace!) e l'hennè non solo non danneggia i miei capelli, ma li lascia belli lucidi e corposi. E soprattutto, non vado più da quel parrucchiere!
    Tuttavia, sono incostante, e i capelli bianchi, quei pochi che ho, mi piacciono davvero… penso che quest'estate, complice il mare e il sole, li lascerò venire allo scoperto. E vediamo che succede.

  2. daniela

    25 Febbraio

    La Germania è piena di donne non tinte!
    Signore sulla sessantina (e oltre) che portano con nonchalance caschetti argentei o candidi, ma anche mamme sui 35-40 anni che lasciano che il biondo più o meno chiaro diventi brizzolato. Appena arrivata qua mi faceva uno strano effetto, d’altronde anche io son cresciuta con gente attorno che etichettava come sciatteria qualsiasi capello bianco femminile non ricolorato. Vivendo qui invece mi sono abituata all’idea che in fondo non c’è alcuna sciatteria nel bianco o nel grigio in testa. Come per l’abbigliamento, anche per i capelli i canoni tedeschi di estetica sono estremamente aperti ed elastici.

  3. marrr

    25 Febbraio

    La mia ormai notevole quantità di capelli bianchi tutti raccolti in una ciocca davanti (tipo la mamma della roscia eroina disney Merida, per capirci) è l’unica cosa che mi ferma dal tornare a colorarmi i capelli di ogni colore. Ah, e di anni ne ho 25 da pochissimo. A questi capelli ho imparato a voler bene proprio grazie al numero di volte che me li hanno segnalati (come se io potessi non notarli!) come anomalia: la verità è che la mia anomalia è rinunciare a loro, come ho fatto quando intorno ai 17 anni sono comparsi i primi coprendoli immediatamente. Riconosco solo ora quanto quei commenti fossero stupidi e cattivi, seppur ironici. Viva la mia genetica con un debole per il bianco, e viva anche la tua che gli fa resistenza!

  4. Paolo1984

    25 Febbraio

    per l’appunto, ognuno si gestisce il corpo come vuole e per le motivazioni che vuole e nel caso, senza ossessionarsi o soffrire eccessivamete, invidia chi vuole

  5. Francesca

    25 Febbraio

    Ciao, ho 51 anni e porto con disinvoltura, ricevendo anche dei complimenti i miei capelli brizzolati. Lorenza una mia carissima amica che purtroppo non c’è più aveva condiviso questa scelta che come diceva lei potevano fare solo le donne di carattere (lei ne aveva da vendere).Evviva le donne di carattere, qualsiasi sia il loro colore di capelli.

  6. valeria

    25 Febbraio

    Evviva la Germania! Ed evviva le donne di carattere 🙂
    A me è pesato davvero tantissimo il giudizio sociale, pur sapendo che con ogni probabilità ho solo un po’ di sfortuna nel contesto che mi circonda e che in realtà non c’è niente di sciatto o di orribile nei capelli bianchi… non è facilissimo (per me) fare finta di niente. Riesco a fregarmene su molte cose (i presunti “baffetti” in primis, che non intendo rimuovere in assoluto, e che reputo pressochè inesistenti, ma anche lì, quanto mi rompono le palle le persone…)

    Poichè nella mia vita non ho mai visto nessuna donna lasciare i suoi capelli del colore naturale invecchiando, mi piacciono moltissimo tutte le vostre testimonianze *_*

  7. Paolo1984

    25 Febbraio

    “ognuno si gestisce il corpo come vuole e per le motivazioni che vuole ”

    e anche tingersi i capelli o lasciarli come sono non è o non dovrebbe essere di per sè segno di forza o debolezza ma una scelta legittima

  8. luisa

    4 Luglio

    ho 48 anni e vorrei lasciare in pace la mia testa e non colorare piu’ i miei capelli…spero di riuscirci, complice l’estate

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