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Se ti dico pornografia cosa ti viene in mente? #4

Se ti dico pornografia cosa ti viene in mente? #4

Il quarto e penultimo capitolo della rubrica temporeanea che, con grande originalità, abbiamo chiamato Se ti dico pornografia cosa ti viene in mente?. Questo contributo è opera di un anonimo ventenne.

Avere un fratello maggiore vuol dire anche scoprire un po’ di cose prima del tempo.
Ricordo tra le prime esperienze sessuali una riproduzione grossolana di una inquadratura fissa da video porno sull’atto della penetrazione tout-court: una scatola lego dotata di buco attraverso la quale il mio principale punto di riferimento dell’infanzia faceva passare ritmicamente un altro bastoncino di lego sonorizzando il gesto con gemiti tipo “si, si, fammi godere”. Il bastoncino usciva ed entrava: in and out. Ero forse troppo innocente per capire cosa significasse all’epoca e chiesi spiegazioni, fu così che vidi il mio primo video porno.
Col passare del tempo capii molte cose e i normali impulsi della pubertà si fecero vivi anche in me e un giorno di un’estate assolata, in montagna, ospite di mia nonna, mi feci la prima sega sviluppando una tecnica autodidatta poco convenzionale ma molto funzionale che mi ha accompagnato fino ad oggi. Non staro a dilungarmi sui particolari.
La prima pornografia vera e propria della quale feci uso fu come sempre un’incursione in territori un po’ avanti per la mia età. All’epoca non esistevano ancora gli account utente separati su windows e così la cartella personale di mio fratello era sempre disponibile per le esplorazioni avventurose di un preadolescente annoiato. Nel dedalo di sottocartelle trovai una cartella segreta, oscurata, contenente quelli che ricordo ancora come i migliori porno che abbia mai guardato. Farsi le seghe davanti al computer era un’abitudine rischiosa, dietro la mia postazione stava una porta che poteva essere aperta in ogni momento, alla mia destra un corridoio che poteva essere percorso da chiunque, la pena della mancanza di sufficiente discrezione sarebbe stata un richiamo imbarazzante da parte di mia madre o una ripassata di botte da mio fratello.
Poi arrivò youporn, e la stanza privata per il computer.
Non ho mai pensato di essere dipendente dalla masturbazione, certo l’ho trovata sempre un ottimo passatempo perché gratis e capace di farmi dimenticare per qualche minuto tutta una serie di cose spiacevoli, tipo il fatto di dovermi alzare la mattina dopo per trascinarmi in giro un altro giorno.
Divenni un fruitore abituale di pornografia varia e posso ora osservare con un certo distacco qual è il percorso a spirale che la ricerca di piacere porta a percorrere quando questo è consumato nella solitudine. La prima cosa che si cerca in un porno, da giovani, sono le tette. Che ci sia qualcosa di freudiano in questo non è da escludersi. Esiste ancora una certa “etica” del porno all’inizio: solo donne da sole, che si spogliano, preferibilmente pornostar, eccetera. Ma quando le tette non bastano più si cominciano a cercare le altre parti del corpo. Dopo un po’ la sola nudità non eccita più il pensiero, si cominciano a cercare i rapporti sessuali veri e propri, si può partire dal lesbo, oppure si va direttamente all’etero. Ma la noia è sempre dietro all’angolo, tutto diventa piatto col tempo. Fare i gradini esatti di una discesa agli angoli bui della sporca metropoli del piacere sarebbe un po’ lungo e forse noioso.
Fate un salto a vedere le categorie di extreme tube per farvi un’idea.


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