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“La Mano Sinistra delle Tenebre” di Ursula Le Guin

Quando incontrate un getheniano non potete e non dovete fare ciò che un appartenente a una razza bisessuale compie naturalmente, e cioè porlo subito nel ruolo di Uomo o di Donna, adottando nello stesso tempo verso di lui un ruolo corrispondente, che dipende dalle vostre aspettative sulle interrelazioni conosciute o conoscibili, stereotipate o ipotizzate, tra persone dello stesso o dell’opposto sesso.
Qui l’intero nostro schema dell’interrelazione socio-sessuale non esiste.
Questo è quasi impossibile da far accettare alla nostra immaginazione.
Qual è la prima domanda che facciamo, su un bambino appena nato?

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La Mano Sinistra delle Tenebre di Ursula K. Le Guin è un romanzo del 1968, ed è una pietra miliare della fantascienza femminista.
Al momento credo sia fuori stampa e quindi un po’ difficile da procurarsi in italiano (a meno di non scaricarlo da internet come e-book). Io l’ho comprato quando avevo quattordici anni ad un banchetto di libri e fumetti di seconda mano. Era il primo libro che avessi mai letto in cui tutti i personaggi erano di colore, e il primo in cui uno dei protagonisti era al tempo stesso maschio, femmina e nessuno dei due.

Il signor Ai è un diplomatico terrestre che lavora per l’Ecumene, una lega formata da tutti i pianeti abitati da esseri umani, tipo una mega ONU interplanetaria, e il suo compito è convincere gli abitanti del pianeta Gethen a unirsi a questa lega. Ai trova piuttosto difficile abituarsi alla vita a Gethen, principalmente per due ragioni: perché su Gethen è sempre inverno e fa un freddo porco, e perché su Gethen non esistono distinzioni di genere.

Le persone che abitano questo pianeta gelato sono ermafrodite, e per la maggior parte del tempo non hanno desideri erotici di alcun tipo o organi sessuali funzionanti. Una volta al mese, come alcuni mammiferi, vanno in calore, e assumono un sesso o l’altro tramite un reciproco scambio di ferormoni tra partner.

Chiunque può sviluppare genitali femminili il mese prima e maschili il mese dopo, chiunque può concepire e partorire. Quindi hanno entrambi i sessi, in potenza, ma dal sesso non deriva alcuna costruzione sociale o culturale.
Per gli abitanti di Gethen il fatto che Genly Ai sia sempre maschio è una stranezza un po’ perversa, come se fosse perennemente in calore. Lo trovano curioso e imbarazzante almeno quanto lui trova curiosi e imbarazzanti loro.

Ai stringe amicizia con Estraven, abitante di Gethen, e passano diverse pagine a spingere una slitta attraverso un paese gelato e a essere curiosi e imbarazzati assieme.
Nel momento in cui riesce a guardarsi con gli occhi dell’altr*, Ai arriva a mettere in discussione il mondo da cui proviene. Quando tenta di spiegare all’amico la differenza tra Uomini e Donne sulla Terra, si ritrova a pensare di star parlando di una cosa piuttosto assurda.
La storia è composta dai diari di Estraven, dai rapporti di Ai e da intricate fiabe e leggende del pianeta Gethen che fanno da intermezzo.

Il libro ha un unico grave difetto: Le Guin usa il maschile per palare di tutti i personaggi ermafroditi. Estraven è sempre “lui”, una persona anziana è “un vecchio”, un getheniano che aspetta un bambino è “incinto” eccetera. In inglese, l’autrice avrebbe potuto usare il neutro they al singolare, oppure avrebbe potuto creare dei pronomi gender neutral per l’occasione, dato che comunque la narrazione è già zeppa di parole aliene inventate di sana pianta.

Ursula Le Guin

Ursula Le Guin

Nei racconti successivi ambientati sullo stesso mondo, Le Guin ha corretto il tiro, presentando a volte i getheniani con pronomi femminili, e nel saggio Is Gender Necessary?, nel 1986, ha chiesto scusa per non aver avuto più coraggio e aver usato pronomi neutri.

Spiega che quello che aveva voluto fare con il suo “esperimento un po’ incasinato” era offrire un punto di vista alternativo: “Qualcosa del genere, penso: se uomini e donne fossero uguali nei loro ruoli sociali, uguali legalmente ed economicamente, uguali in libertà e responsabilità e sicurezza di sé, allora la società sarebbe una cosa molto diversa. Quali sarebbero i nostri problemi in questo caso, Dio solo lo sa.”


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